La tecnica dell’ascolto attivo

    Impariamo le modalità di ascolto per essere vicini e di aiuto

    Ciao, in questo post riprenderemo ancora l’argomento dell’apprendimento dell’ascolto attivo, che abbiamo trattato già nei quattro post precedenti. Chiuderemo quest’argomento parlando di come poter, praticamente senza parlare, cambiare lo stato emotivo del nostro interlocutore. Infine, vedremo diverse distinzioni nell’approccio all’ascolto attivo.

    Riepilogo dei post precedenti

    Prima di iniziare a parlare di tecnica dell’ascolto attivo, possiamo fare un ripasso di tutto ciò che hai già appreso:

    • L’ascolto attivo ha una sua struttura specifica.
    • Nell’esercitarlo, il primo presupposto è che possiamo provare delle emozioni simili a qualunque altro essere umano, ma non le stesse, perché i vissuti sono sempre diversi.
    • Il vissuto rappresenta tutto quello che siamo, in cui crediamo, le nostre scelte, le nostre opinioni, giudizi, i nostri valori, ecc.. Siamo naturalmente portati ad esprimere giudizi su ogni cosa, ma nell’ascolto attivo dobbiamo tener fuori i nostri giudizi, convinzioni, scelte, ecc. 
    • Per eliminare quei giudizi durante l’ascolto dobbiamo eliminare il nostro dialogo interno, e ci sono diversi modi per esercitarsi a farlo. Esercitarsi significa, di fatto, implementare una qualità che ognuno di noi possiede già.
    • Per esercitare l’ascolto attivo la prima cosa da fare è calibrare il nostro interlocutore nel suo linguaggio para verbale (gli aspetti che possiamo valutare sono tono, velocità e timbro con le quali parla) e non verbale (postura e respiro). Calibrare la postura è più facile, ma è dalla calibrazione del respiro che si ottengono i risultati migliori.
    • Dopo aver osservato attentamente tutti questi aspetti si rispecchiano, la postura, il respiro e il linguaggio para verbale.
    La tecnica dell'ascolto: Il rispecchiamento
    La tecnica dell’ascolto: Il rispecchiamento

    I 3 presupposti per essere abili nella tecnica dell’ascolto attivo

    Nell’apprendere quest’abilità ci sono tre presupposti da ricordare e senza il quale non è possibile essere veramente abili.
    Il primo presupposto è che i vissuti di ogni essere umano sono diversi.
    Il secondo è che devi avvertire che ci sia una concordanza nelle emozioni di entrambi ed entrare nello stato di empatia.
    Il terzo presupposto è che devi volerlo fare con una intenzione positiva.
    Significa essere congruenti fra ciò che credi e ciò che desideri.

    Per approfondire l’argomento

    Prima di continuare un piccolo appunto, quello che hai letto ha svariati riferimenti di diversi autori. Non ho voluto citarne nessuno perché preferisco dare a questi post un taglio pratico. Se però tu desideri approfondire l’argomento, puoi mandarmi una mail e potrai ricevere tutte le informazioni che desideri.

    La mia esperienza con le relazioni d’aiuto

    Ora vediamo quali qualità devi possedere per poter reggere emotivamente tutto questo. Tempo fa lessi una frase che mi colpì molto: la persona che diventerai dipende dalla quantità di dolore che riuscirai ad abbracciare. Sei disponibile a sostenere emotivamente il tuo amico, parente o conoscente?

    Quando ho incominciato ad approcciarmi alle relazioni d’aiuto quasi quindici anni fa, all’inizio l’ho fatto con una discreta preparazione e relativa incoscienza. Questo non per mancanza di rispetto, ma perché, quando qualcuno, magari dei perfetti sconosciuti incominciano a raccontarti le loro tragedie, non puoi avere idea di che cosa ti diranno. Se invece sono delle persone che conosci non è più facile, ma più difficile. Nessuno vorrebbe che una persona a cui tiene in qualunque modo soffrisse.

    Non interrompere il flusso di emozioni creato

    A volte dare dei consigli credo proprio che non sia semplicemente qualcosa di piuttosto stupido o controproducente, ma sia anche un modo per cercare di interrompere quel flusso di emozioni che ti sta arrivando e al quale vorresti, in questo caso abbastanza inutilmente, porre rimedio, perché fai fatica a sopportarlo.

    L’importanza del silenzio

    Per quanto mi riguarda, quando ascolto le persone a volte per più di mezz’ora, alterno il rimanere in silenzio al fare domande. Sempre senza perdere il contatto visivo. Poi magari incomincio a raccontare delle storie e faccio fare degli esercizi.

    Interrompere gli schemi del dolore

    A volte accade che, quando mi raccontano le loro storie, desiderano ripeterle più e più volte. Dopo un po’ li interrompo io e con delle domande li porto a vedere quel loro vissuto da altri punti di vista. Se ho compreso che vorrebbero ripetere i loro schemi per ricominciare a soffrire, cerco di offrigliene di più interessanti, utili e rispettosi del loro vissuto. Ma prima di tutto ho ascoltato in silenzio le loro storie. E poi mentre li ascolto faccio esattamente quello che ho descritto in questi post

    La tecnica dell'ascolto: l'asoetto della sofferenza
    La tecnica dell’ascolto: l’asoetto della sofferenza

    Certo, coloro con cui parlo mi chiedono delle risposte e sono sempre molto vaghi nella descrizione dei loro problemi. Quindi dovrò porgli moltissime domande, almeno all’inizio. Poi, però, faccio esattamente quello che ho scritto in questi post e poi quello che imparerai entro la fine di questo post.

    La domanda da porsi per essere d’aiuto

    Ma rimane sempre quella domanda che puoi farti con il tuo dialogo interno mentre starai ascoltando: sono disposto a sostenere tutto questo?
    Ti suggerisco di portela quella domanda, anche se ti perderai qualcosa del racconto del tuo interlocutore, perché è importante, e poi decidi. Se senti che per te è difficile, diglielo. Essere congruenti, significa anche questo. Se ti senti in grado allora puoi proseguire. Puoi continuare con il rispecchiamento, fare dei test per capire se il tuo ascoltatore ti sta seguendo. Grazie al rispecchiamento, puoi farlo incominciare ad assumere una postura più rilassata, un respiro che sia sintomo di fiducia e tranquillità o di forza ed energia.

    Diversi approcci per la tecnica dell’ascolto

    Quello su cui ti invito a riflettere è che tutto ciò che hai appreso fino ad ora, e nel quale credo tu abbia già incominciato ad esercitarti, ti permette di aiutare il tuo interlocutore, praticamente senza dire nulla. Ci sono poi diverse modalità di ascolto che riguardano l’ambito professionale. A titolo conoscitivo, te ne elencherò alcune insieme ad una breve descrizione, nel quale il tipo di linguaggio è di primaria importanza.

    La tecnica di riformulazione rogersiana

    L’approccio rogersiano: da Carl Rogers, il padre del counseling. Utilizza ad esempio, fra le tante, la tecnica di riformulazione che consiste nel “rimandare” le parole della persona alla persona stessa. Questo modello non permette di individuare nella relazione i suoi bisogni, ad esempio, almeno non in tempi brevi rispetto ad altre metodologie, ma comunque, poiché rimandare le parole che il nostro interlocutore ci ha detto, fa sì che, in modo letterale, parliamo lo stesso linguaggio. Aumenta la sua sensazione di sentirsi compreso. Ci tengo a specificare che, nell’approccio rogersiano, la tecnica del rimandare è solo una delle tecniche, poi ce ne sono molte altre.

    Un esempio pratico di riformulazione

    Per fare un esempio, se quella persona ti dice che si sente un peso sullo stomaco, allora ripetergli, letteralmente, ad un certo punto, quando vorrà chiederti cosa ne pensi della sua situazione, che, quindi, per lui, quel problema è “un peso sullo stomaco”. Lo aiuterà a farlo sentire compreso. Rispondergli, invece, che il suo problema è “difficile”, “facile da risolvere”, ecc. e quindi emettendo giudizi, non sortisce lo stesso effetto. Rimandare le sue parole non lo aiuterà a uscire da quella sensazione. Anzi, lo rimanderà a pensare a quel problema in quei termini, ma, come ti ho detto prima, lo farà sentire compreso. Per uso degli stessi termini, intendo proprio, letteralmente, le stesse parole.

    L’ascolto interattivo e i modelli di pensiero

    L’ascolto interattivo: nel quale si inseriscono anche le tecniche di riformulazione e diamo poi maggior spazio anche ad altri aspetti. Ad esempio a cosa prova il nostro interlocutore, quali sensazioni, cosa immagina, dandogli l’opportunità di incominciare ad ampliare la sua visione del mondo. Gli si pongono quindi delle domande specifiche. Non entreremo ora nel merito delle innumerevoli domande che possiamo porgli allo scopo di comprendere degli elementi specifici dei suoi modelli di pensiero.

    L’ascolto strutturale e la mappa cognitiva

    L’ascolto strutturale: nel quale individuiamo la mappa cognitiva della persona e la struttura del suo processo di pensiero. Per intenderci, per quanto hai letto nei post relativi alla percezione del tempo, o ai valori, con delle domande specifiche, si può comprendere quale sia la sua modalità di percezione del tempo. Con altre domande specifiche si possono comprendere quali sono i suoi valori e quali sono le sue convinzioni limitanti, le sue risorse, i suoi obiettivi, ecc. Con degli esercizi il tuo interlocutore può inoltre comprendere le sue risorse e prendere consapevolezza di alcuni aspetti della sua vita. infine, con dei compiti assegnati può crearsi delle nuove abitudini e avere una nuova visione di e del mondo.

    la percezione del tempo:
    La tecnica dell’ascolto: la percezione del tempo

    L’ascolto incondizionato

    L’ascolto incondizionato: nel quale, qualunque cosa ci dica l’altra persona, rimaniamo in silenzio. Per quanto possa sembrare apparentemente poco utile, in alcune circostanze, è veramente efficace.

    L’ascolto in doppio silenzio

    L’ascolto in doppio silenzio: lo possiamo intendere come una prosecuzione del precedente. In questo caso quando l’altra persona termina di parlare, continuo a rimanere in silenzio. Questa tecnica permette, generalmente, di creare una sorta di “rottura della diga emotiva” da parte sua che a un certo punto incomincia ad esprimere tutta una serie di elementi relativi alla sua problematica che fino a quel momento aveva trattenuto. Se non sei un professionista, questo metodo permette, a chi stai ascoltando, di prendere consapevolezza di una serie di elementi che non aveva valutato. Se invece lo sei, permette, a te, di acquisire tante informazioni su come far uscire quella persona dalla sua condizione di disagio.

    I valori sono determinanti per l’ascolto attivo

    Prima di terminare, voglio farti notare un aspetto del linguaggio che abbiamo già visto in alcuni post precedenti e che riveste, dal mio punto di vista un’importanza fondamentale. E’ proprio quell’elemento che, a volte, ci può rendere molto facile o un po’ difficile creare quella condizione di ascolto attivo che hai appreso: l’aspetto dei valori.

    Come ti sentiresti a colloquiare con una persona che ritieni spregevole? Con qualcuno che sai aver commesso delle azioni che non condividi? Quel processo di dialogo interno, sarebbe facile o difficile da bloccare? Se sai che colui che hai di fronte è qualcuno con il quale non vuoi averci nulla a che fare, e, in qual caso, è improbabile che decida di confidarsi con te, ovviamente, ti sarà più difficile applicare questa tecnica. Perché i valori toccano un aspetto molto profondo nella nostra identità.

    Quindi in realtà quel processo di ascolto attivo che hai appreso, e che accade già spontaneamente in molte relazioni, si sviluppa su più livelli. Quello che ti ho decritto e hai appreso si basa sulla comunicazione non verbale ed è estremamente potente. Ma esiste anche a livello dei valori e con delle tecniche particolari si può sviluppare partendo da quel livello

    Utilizza la tecnica dell'ascolto attivo per individuare una scala dei valori
    Utilizza la tecnica dell’ascolto attivo per individuare una scala dei valori

    In una coppia, ad esempio, può non esserci sempre, quella modalità di ascolto che hai appreso. Però al contempo, soprattutto nelle coppie consolidate, se ci sono dei valori e dei criteri in comune, quella risonanza si crea comunque abbastanza spesso e rapidamente

    Certo, apprendere il significato di questa modalità di ascolto e dare così a quella coppia altre possibilità per creare quella risonanza e quel rispecchiamento è una delle prime cose che faccio nelle mie sessioni di counseling. Ma se verifico che c’è una buona contiguità nei valori so che siamo sulla buona strada. Quindi, integro con delle modalità specifiche l’ascolto attivo su più livelli.

    La mia esperienza diretta con la tecnica dell’ascolto

    Ti lascio in chiusura di questa serie di post con una considerazione rispetto alle mie esperienze nell’ascolto attivo. Diverse volte mi sono trovato, a parlare con delle persone che mi raccontavano dei loro problemi e mi chiedevano se in qualche modo li capissi, e per alcune vicende molto forti. Gli ho sempre risposto, adeguando,il mio tono di voce al loro, che, no, non potevo capire la loro condizione: perché ho fatto scelte diverse nella vita, perché credo in qualcosa di diverso a cui credono loro, per mille motivi, e in quel momento gli ero ugualmente vicino

    La risposta più corretta ed efficace

    Probabilmente ti è accaduto o potrebbe accaderti che un tuo amico mentre ti racconta una certa esperienza ti chieda se lo capisci e se credi di non essere congruente dandogli una risposta affermativa, non esitare. Non sei lì per comprenderlo, sei lì perché gli sei già vicino.

    Non mi è mai accaduto che ognuna di quelle persone non si sia comunque sentita compresa come essere umano. Credimi che ne ho generato di dialogo interno, prima di dare quella risposta, ne ho avuti di dubbi, ma, in alcune circostanze, mi è scaturita senza pensare. Nel senso che quella risposta è sempre risuonata con l’altra persona e per questo è stata efficace.

    La tecnica dell'ascolto: La vicinanza
    La tecnica dell’ascolto: La vicinanza

    Se in quello che hai letto ritrovi un tuo problema, se ti risuona familiare la situazione descritta, o se avverti che in qualche modo l’argomento trattato ti riguardi, puoi contattarmi chiamandomi al numero 366-3672758 , oppure puoi inviarmi una e-mail a francesco.panareo@gmail.com. Molti clienti prima di te hanno fatto lo stesso, valuta tu quella che è la scelta migliore per te.

    Decidere di risolvere i problemi di relazione interpersonale e di coppia e vivere una maggiore condizione di serenità, credo che sia importante per ognuno di noi. Non posso sapere se decidi di contattarmi, ma posso augurarmi che tu faccia del tuo meglio per realizzare la vita che desideri.

    Se desideri poi approfondire questo argomento, o altri, puoi ugualmente contattarmi, il tuo feedback è importante per me, e mi permette di scrivere degli articoli maggiormente orientati ai tuoi interessi.

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