La percezione del tempo

    Rappresentiamo il nostro spazio mentale con il linguaggio

    Ciao, in questo post continueremo a parlare della nostra percezione del tempo e di come questo influisca sul nostro comportamento. Volendo, puoi dare un’occhiata ad un post precedente sullo stesso argomento.

    Le rappresentazioni linguistiche della linea del tempo

    Ti è mai capitato di parlare con qualcuno, un amico o un collega, che ti dice qualcosa del tipo: voglio incominciare a lavorare su quel progetto? E mentre ti aspetti che incominci magari il giorno dopo, scopri che lo inizierà solo dopo una settimana.

    Oppure un amico che ti dice: desidererei fare quella cosa in quel modo. Poi anche lì credi che lo farà, magari immediatamente, e invece poi lo rimanda sempre, senza farlo mai.

    La percezione del tempo: rimandare sempre
    La percezione del tempo: rimandare sempre

    Potresti pensare che il collega o l’amico stiano mentendo, oppure, che non abbiano voglia, e questo già è più probabile. Ma quello su cui ti invito a focalizzarti è: cosa “vede” nella sua mente quando pronuncia la parola desiderereiil tuo collega. O cosa “vede” il tuo amico quando dice voglio incominciare. Questa è la sua percezione del tempo.

    Il tempo si rappresenta linguisticamente con significato diverso

    Entrambi si stanno immaginando un futuro ma il modo in cui loro lo stanno percependo è diverso da come lo percepisci tu. Ti svelo un segreto: in qualche modo, come tu rappresenti il tempo linguisticamente, pur usando sempre le stesse parole non ha lo stesso significato che ha per gli altri. E questo accade per motivi culturali e sociali, oltre che per quella che è la soggettività della percezione e della rappresentazione del tempo per ognuno di noi.

    I motivi culturali della percezione del tempo

    Partiamo dai motivi culturali, in alcune zone del sud del mondo, come in alcune aree del Centro e Sud America, Africa, Medio Oriente, affermare ad esempio che “passerà un pullman” può significare, che passerà fra un ora, o fra alcune ore, o nell’arco della giornata o fra qualche giorno!

    Leggevo su un post Come cambia il tempo per ogni cultura che nel Congo vi è un detto: “Dio ha dato gli orologi agli svizzeri, il tempo agli africani”, che rappresenta come per loro conti più la qualità che la misura del tempo. Nel Mali, ad esempio, può accadere che si venga fermati per strada da qualcuno che semplicemente vuol parlare con te e conoscerti. Per loro il tempo della socializzazione ha un grande valore.

    Addirittura, leggevo Ecco la tribù che non ha bisogno del tempo come una piccola popolazione amazonica, semplicemente, non ha una concezione del tempo. Per i loro ritmi di vita, dover scandire un tempo cronologico, semplicemente, non ha senso.

    In un altro post “Le geografie del cervello da nord a sud” leggevo come negli Stati Uniti, ad esempio, l’idea di “sprecare” tempo è inammissibile. D’altronde l’espressione “il tempo è denaro” fu coniata da Benjamin Franklin. Per gli statunitensi, quindi, quello che conta è il denaro prodotto in una quantità di tempo, per questo sono un popolo fortemente proattivo. Un’altra espressione comune negli Stati Uniti per indicare che non si ha più tempo da dedicare ad un certo lavoro, progetto o altro è my time is up, che indica che il proprio tempo è scaduto

    I valori della qualità e della quantità del nostro tempo

    Per un italiano, la stessa espressione: il mio tempo è scaduto può essere una metafora della fine della vita, ma non è una metafora usuale per indicare che non si può dedicare tempo ad un determinato progetto. D’altronde, lo scrittore e regista Luciano De Crescenzo con un forte animo latino affermava in uno dei suoi aforismi che: molti studiano come allungare la vita quando invece bisognerebbe allargarla. Intendendo così che è più importante il valore della qualità che quello della quantità del nostro tempo.

    Diversa percezione del tempo per Nord e Sud

    Possiamo dire quindi, ovviamente generalizzando, che nel Sud del mondo si pone più attenzione alla qualità del tempo, mentre nel Nord alla quantità del tempo. In questo senso la differenza la possiamo vedere anche fra le diverse regioni d’Italia, e quindi fra la parte più continentale, vicina al mondo anglosassone e quella meridionale, più vicina alla cultura mediterranea. In sostanza quando si afferma che nelle regioni del Sud Italia e in quelle del Nord Italia c’è un diverso modo di rappresentare il tempo c’è un fondo di verità.

    Sempre nello stesso post leggevo come uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Psychology nel 2017 abbia messo in risalto le differenze linguistiche con coi popoli diversi rappresentano il tempo, mettendo a confronto la popolazione svedese con quella spagnola. La popolazione svedese utilizza per rappresentare le distanze temporali delle misure di distanza fisica. Per cui ad esempio, per definire una pausa uno svedese dirà che è lunga” o “corta” o “breve. Per la popolazione spagnola la percezione del tempo si indica con dei termini che si riferiscono alle dimensioni. Di conseguenza per uno spagnolo una pausa sarà invece piccola” o “grande

    Esprimiamo linguisticamente il tempo rappresentato nella mente

    Questo concetto ci permette di introdurre l’argomento del post: come percepiamo il tempo nella nostra mente e come esprimiamo linguisticamente ciò che vediamo?

    Quanto abbiamo detto fino ad ora ci permette di capire che il modo in cui percepiamo il tempo è determinato da fattori culturali e lo possiamo riconoscere dalle differenze che riscontriamo nel linguaggio. Ma come rappresentiamo poi gli eventi nella nostra mente? In che modo raffiguriamo o percepiamo gli eventi? Cosa significa nella nostra mente una distanza lunga o corta? E ritornando a quanto abbiamo detto all’inizio del post: perché alcuni poi prefigurano un certo obiettivo ma non sono motivati a raggiungerlo, e altri si?

    Il linguaggio è contemporaneamente letterale e metaforico

    Per comprendere questo concetto dobbiamo partire dal presupposto per cui il linguaggio è sempre contemporaneamente letterale e metaforico. Per cui, se qualcuno ci parla di una piccola pausa, nella sua mente avrà molto probabilmente una rappresentazione di quella pausa composta da una sequenza di piccole immagini. O magari ne avrà una sensazione piccola concentrata nel corpo in un punto specifico. Mentre se parla di una pausa lunga o corta, probabilmente la rappresenterà come una sequenza di immagini più lunga rispetto ad altre immagini di riferimento.

    Rappresentiamo gli eventi come immagini nello spazio mentale

    Come abbiamo visto anche in un post precedente noi possiamo rappresentare il tempo nella nostra mente solo come eventi distribuiti nello spazio. Per cui, un evento che vediamo più vicino nel nostro spazio mentale, crediamo sia già accaduto o riteniamo che accadrà, prima di un evento che vediamo più lontano. Inoltre, se, intuitivamente, nel nostro spazio mentale, abbiamo un’immagine lontana di qualcosa che desideriamo fare e magari la vediamo anche piccola e poco luminosa, quell’immagine genererà una sensazione poco motivante rispetto ad una più vicina grande e radiosa. Parleremo più in dettaglio di questo argomento in un altro post.

    La percezione del tempo: rappresentazione grafica
    La percezione del tempo: rappresentazione grafica

    I Ricordi del futuro

    Sappiamo quindi che il tempo non esiste nella realtà, tutto ciò che esiste è il presente e l’organizzazione dei ricordi. Il futuro quindi lo possiamo identificare come dei “ricordi del futuro”. Il denominatore comune del passato e del futuro, quindi, sono dei ricordi, che in quanto tali possono essere modificati. In un post precedente avevamo detto che ogni volta che abbiamo accesso ad un ricordo lo modifichiamo in base allo stato mentale in cui ci troviamo quando vi accediamo. 

    Rivalutare il passato e focalizzarsi sul futuro

    È possibile quindi agire sulla nostra percezione dei ricordi passati? Oppure sulla nostra rappresentazione degli eventi futuri per migliorare la qualità della nostra vita? Si. Posso dire che una parte del mio lavoro consiste proprio nel fare il modo che, con la percezione del tempo, il mio cliente possa rivalutare il passato e focalizzarsi sul suo futuro. Livio Sgarbi, un Coach e Formatore dice che “il passato è un ottimo insegnate ma un pessimo veggente“. Proprio per indicare che dal passato abbiamo sempre da apprendere. Ma se ci basassimo solo sulle esperienze passate per pianificare il nostro futuro, non potremo mai prendere delle buone decisioni.

    Esercizio sulla percezione del tempo

    Ti propongo ora un esercizio che ti permetterà di comprendere come cambia il modo in cui tu percepisci il tempo, rispetto al linguaggio che usi.
    Prima di iniziare, procurati carta e penna, trovati un luogo tranquillo, fai alcuni respiri profondi a occhi chiusi e rilassati.
    Considera le frasi che troverai qui di seguito e nota per ognuna di esse le sensazioni che sono associate.

    Di seguito hai le frasi:

    Vorrei prendere un giorno libero lunedì

    Mi piacerebbe prendere un lunedì libero.

    Voglio prendere una giornata libera lunedì.

    Ho bisogno di prendermi una giornata libera lunedì.

    Devo prendermi una giornata libera lunedì.

    Posso prendermi una giornata libera lunedì.

    Prenderò una giornata libera lunedì.

    Ho intenzione di prendermi una giornata libera lunedì.

    Dovrei prendermi una giornata libera lunedì

    Facciamo l’esercizio:

    Per ogni frase che hai letto, fai sempre attenzione a dove è collocata l’immagine associata all’esperienza evocata dalla frase.
    Quindi, immagina la prima esperienza e indica con un cerchio sul foglio dove la vedi immaginando che il foglio bianco sia il tuo spazio mentale. Nota inoltre la sensazione associata, dove è situata nel tuo corpo e la sua intensità.
    Poi chiudi nuovamente gli occhi e immagina la seconda esperienza e fai lo stesso. In sostanza, immagina di compiere l’azione descritta e nota dov’è l’immagine nel tuo spazio mentale e poi disegnala.
    Noterai che alcune immagini sono più lontane e altre più vicine. Questo accade perché alcune le vedi più lontane nel tempo e altre più vicine. Inoltre alcune immagini ti appariranno più grandi e altre più piccole. Cerca di farne una rappresentazione sul foglio, più fedele di quella che vedrai qui di seguito.

    Ti comparirà un disegno simile a questo:

    La percezione del tempo: rappresentazione grafica
    La percezione del tempo: rappresentazione grafica

    Nota che, per motivi di spazio, non ho indicato nei tondi in quale parte del corpo è rappresentata quella sensazione, né l’intensità della sensazione stessa. Il tuo obiettivo sarà quello di creare un disegno come quello che hai visto, ma dettagliando anche dove è presente l’emozione nel corpo e l’intensità dell’emozione. Le dimensioni dei tondo riprendono le dimensioni delle immagini nel tuo spazio mentale. Per intenderci l’immagine di “devo” sarà evidentemente maggiore di “vorrei”.

    Notiamo il disegno risultato dall’esercizio

    Noterai che alcune immagini saranno più grandi, altre più piccole. Può darsi che alcune si sovrappongano ad altre, alcune saranno più sbiadite e altre più luminose. A pronunciare alcune parole avvertirai delle sensazioni più forti, nel pronunciarne delle altre impiegherai qualche secondo in più a notare la sensazione. Tutto questo perché, ad esempio, intuitivamente “ho bisogno” indica un’urgenza rispetto a “prenderò”. Molto probabilmente, quindi, la prima immagine genererà una sensazione più forte e l’immagina sarà più vicina. In realtà, non posso sapere come sarà per te perché le percezioni del tempo come le sue rappresentazioni sono soggettive e ognuno ha il proprio modo di rappresentarsi quelle esperienze.

    Ritorniamo alle frasi dell’esercizio

    Per esperienza, se qualcuno ti dice una frase del tipo, “dovrei prendermi una giornata libera lunedì”, molto probabilmente, non si prenderà nessuna giornata libera. La gente generalmente fa quello che non dovrebbe fare e non quello che dovrebbe. Se hai pratica del riconoscimento del linguaggio non verbale avrai ancora altri elementi per rendertene conto.

    Ritorniamo all’esempio dell’inizio del post

    Chi dice “voglio incominciare a lavorare su quel progetto” e chi dice “desidererei fare quella cosa in quel modo”, in che modo rappresenta l’esperienza? È dalla sua rappresentazione che possiamo comprendere la sua percezione delle tempo e quanto è motivato poi a svolgere o meno quel compito.

    Come possiamo fare a comprenderlo? Beh, se è un collega di lavoro o un cliente, certamente non puoi chiedergli di immaginare l’esperienza e poi chiedergli dov’è l’immagine! Molto probabilmente ti prenderebbe per matto. Se è un amico e ti va di fargli fare questo esercizio, o magari di farvelo a vicenda, scoprirete molte cose interessanti.

    Conclusioni sulla percezione del tempo

    Diciamo che l’esercizio ti permette prima di tutto di comprendere quanto tu sei motivato a svolgere o meno un certo compito.
    Per utilizzare questo strumento in contesti professionali sono necessarie spesso altre abilità, ma sarebbe complesso parlarne in questo post. Ora almeno puoi comprendere perché a volte ti comporti diversamente da come vorresti e soprattutto perché ti dici delle cose ma non le fai

    Pensa, se apri il frigo e trovi una coppa di insalata e ti dici dovrei mangiarla, poi apri il congelatore e trovi una vaschetta di gelato e ti dici non dovrei mangiarlo. Quindi, prendi il gelato lo mangi e nel frattempo ti dici non dovrei mangiarlo! In questo caso la frase è la stessa ma applicando l’esercizio potrai notare che la rappresentazione che ne avrai sarà profondamente diversa.

    La percezione del tempo: rappresentazione mentale diversa
    La percezione del tempo: rappresentazione mentale diversa

    La spiegazione di questa rappresentazione mentale ti potrà fornire uno dei motivi principali per cui compi una certa azione invece di un’altra.

    Se in quello che hai letto ritrovi un tuo problema, se ti risuona familiare la situazione descritta o se avverti che in qualche modo l’argomento trattato ti riguardi, puoi contattarmi chiamandomi al numero 366-3672758. Oppure puoi inviarmi una e-mailfrancesco.panareo@gmail.com. Molti clienti prima di te hanno fatto lo stesso, valuta tu quella che è la scelta migliore per te.

    Decidere di risolvere i propri problemi e vivere una maggiore condizione di serenità e benessere credo che sia importante per ognuno di noi. Non posso sapere se decidi di contattarmi, ma posso augurarmi che tu faccia del tuo meglio per realizzare la vita che desideri.

    Se desideri poi approfondire questo argomento o altri puoi ugualmente contattarmi. Il tuo feedback è importante per me, e mi permette di scrivere degli articoli maggiormente orientati ai tuoi interessi.

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