Agire per soddisfare i nostri desideri o reagire agli eventi avversi
Oltre l’impegno alla pianificazione, all’allineamento con i propri valori, quello che credo faccia davvero la differenza sia cosa ti spinge a pensare ad una certa aspettativa. Vedi, un individuo crea i propri desideri, e di conseguenza le proprie aspettative, spinto da due “forze”: azione e reazione. O reagisce agli eventi che gli impediscono di soddisfare un certo bisogno oppure agisce allo scopo di ottenere la soddisfazione di un certo bisogno.
In senso figurato, nel primo caso: la reazione, dobbiamo “difendere” un bisogno che sentiamo di non poter realizzare e creiamo delle aspettative che sanciscano e realizzino quella difesa. Con una metafora calcistica, giochiamo di rimessa, nel senso che sentendoci attaccati sviluppiamo una strategia per contrattaccare e realizzare il nostro bisogno. Nel secondo caso: l’azione, invece, semplicemente, abbiamo un bisogno e per soddisfarlo ci creiamo prima una aspettativa.
Reazione l’esempio del lupo
Facciamo un esempio, ti trovi in un bosco e credi che ci sia un animale capace di predarti, poniamo un lupo. Ogni tuo comportamento sarà finalizzato ad evitare lo scontro con quel lupo. Verbalmente, esprimerai dei concetti come: voglio uscirne vivo, devo scappare, rischio di morire, devo trovare un posto sicuro, devo difendermi. Tutte queste affermazioni presuppongono una reazione ad un contesto dato dall’insicurezza di poter sopravvivere.

Azione l’esempio delle fragole
Poniamo, invece, che tu ti trovi in un luogo che ritieni sicuro. Immaginiamo sia sempre il bosco di prima, ma nel quale stavolta tu hai la certezza che non vi siano pericoli. Poniamo che ad un certo punto tu veda in quel bosco un prato di piante di fragole, che ti piacciano le fragole e che quelle che vedi siano mature. Ti dirai qualcosa del tipo: ci sono delle fragole, ora le mangio, oppure, che buone le fragole ne raccolgo un po’, o wow delle fragole. In questo secondo caso, semplicemente, senti che vuoi le fragole e decidi di raccoglierle. Le frasi sono una descrizione di questo.
Azione e reazione: le differenze
Le differenze fra i due esempi di azione e reazione sono svariate, nel primo caso c’è un pericolo nel secondo no, ovviamente.
Il linguaggio
Ma vorrei che ti focalizzassi sul linguaggio che scaturisce dal comportamento in relazione al contesto. Nel primo caso ogni decisione che prederai è condizionata, ovviamente dalla paura di non sopravvivere, reagisci alla condizione in cui ti trovi. Le frasi sono una descrizione metaforica di una reazione ad un contesto ritenuto avverso.
In entrambi i casi ti impegnerai ad ottenere il tuo risultato, in entrambi i casi pianificherai il risultato. Ma da quali emozioni “parti”? In quali dei due casi sarai più soggetto a non notare l’azione almeno di alcuni Bias? Come sarai condizionato inconsciamente nell’attribuzione di senso nelle due esperienze? Ti faccio un semplice esempio che ti permetterà di comprendere facilmente la differenza tra i due casi.
Poniamo che tu sia in ritardo ad un appuntamento importante e ovviamente ti troverai in una condizione di stress. Di conseguenza ciò che farai sarà innestare una sorta di “pilota automatico” che ti possa permettere di reagire a qualunque imprevisto tu abbia di fronte. Innestare quel pilota automatico comporta l’attivazione indiscriminata di qualunque bias.
La differenza somatica
Tra azione e reazione c’è anche una differenza somatica. Quando pensi le frasi nel contesto di pericolo, avrai le pupille dilatate, le narici più aperte del solito, un battito cardiaco accelerato, numerose tensioni muscolari, ecc. Nel secondo caso le pupille non saranno sovra dilatate, il battito cardiaco sarà nella norma e i muscoli saranno rilassati
La condizione di stress
Le due condizioni di azione e reazione ci accompagnano da decine di milioni di anni e ci accomunano ad una scimmia, un orso o un lupo. Nel primo caso siamo in una condizione di stress, nel secondo caso no.

Le emozioni
Certo potresti chiederti se cercare un parcheggio o prenotare un albergo può seguire lo stesso processo? Sì. Significa essere consapevole del ruolo che giocano le emozioni, che significa ad esempio mentre si sta pianificando un obiettivo chiedersi cosa si sta provando. E significa chiederlo ed essere sinceramente spietati nella risposta senza prendersi in giro e senza raccontarsela. Perché, se si prova paura si pianifica partendo dalla paura e nella paura non ci si esprime per ciò che si è, ma si esprime la nostra volontà di sopravvivere. Sono due concetti completamente diversi.
Noi diamo il meglio di noi stessi non quando reagiamo ad un ipotetico contesto avverso ma quando esprimiamo la nostra volontà di essere noi stessi. Tornando all’esempio di prima, l’oracolo di Delfi diceva: diventa ciò che sei. Lo scopo di ogni individuo dovrebbe essere quello di essere pianamente se stessi e soddisfare i propri bisogni.
Raccogliere le fragole significa soddisfare un bisogno primario
In questo caso, raccogliere le fragole significa semplicemente raccogliere le fragole: soddisfi un tuo bisogno. Potrebbe accadere che, avvicinandoti al prato di piante di fragole, noti su un albero vicino un nido di vespe e decida per la tua incolumità di allontanarti (entri in quella condizione di stress). E da lì scatta la delusione (non puoi accedere come vorresti a queste benedette fragole). Ma il tuo obiettivo primario, la tua aspettativa, aveva solo lo scopo di realizzare un tuo bisogno primario: mangiare le fragole. Inoltre, se ti ritrai, e rientri, fisicamente ed emotivamente nella tua area di confort, o area di sicurezza, puoi pianificare un modo per arrivare alle fragole.

Il concetto di cui ti sto parlando è pensare di dover portare la propria area di confort fuori dall’area di confort. Sembra un gioco di parole ma non lo è.
Difendersi dal lupo significa lottare per la sopravvivenza
Difenderti dal lupo nel bosco comporta la costruzione, in stato di stress, di tutta una serie di aspettative (ipoteticamente fuggire o costruire un’arma per combattere il lupo, ecc.) nelle quali il tuo stato iniziale non è ottimale. Biologicamente non sei focalizzato sul tuo sentirti realizzato come essere umano.
Nell’esempio del lupo, non sei “al meglio di te” e tutte le aspettative conseguenti sono viziate dal voler sopravvivere. Il linguaggio del tuo pensiero sarà pieno di “devo” ovviamente il che presuppone che tu non abbia scelte, ne ho parlato in un post specifico. Le tue proiezioni mentali saranno orientate verso il futuro (ti aspetti di essere vivo domani), ne ho parlato in un altro post. Di conseguenza non stai vivendo il presente. Per quanto ci sia un pericolo per la tua vita nei paraggi, la tua mente, presa dall’emozione della paura, sarà affollata da un dialogo interno che ti impedisce di vivere il presente.
Azione e reazione: la strategia
Nell’esempio delle fragole, vedi le fragole, le vuoi mangiare e vai verso le fragole. Puoi immaginarti mente le gusti, sostanzialmente, mentre vivi quell’aspettativa semplicemente le stai andando incontro. Vedendo il nido di vespe ti ritrai, ritorni nella tua condizione “ottimale” e da lì elabori una strategia efficace per raggiungere le fragole
Nel primo caso, dovrai costruire elaborate strategie per le quali non hai certezze, il problema dipende anche da cosa vuol fare il lupo. Ti trovi nella condizione di pensare proprio come nel caso del parcheggio di prima, la scelta del parcheggio non dipende da te ma da quello che vogliono fare anche tutti gli altri automobilisti che quel giorno hanno deciso di parcheggiare nella stessa area in cui vuoi parcheggiare anche tu.
Nel secondo caso anche se c’è un evento avverso “ci entri dentro” con tutto il tuo essere al meglio di te, e da lì pianifichi la tua aspettativa
Ricapitoliamo i concetti di aspettativa e delusione
Una aspettativa è una nostra proiezione nel futuro che comporta la soddisfazione di un bisogno. E’ associata a dei sentimenti, come la fiducia, la speranza, ecc.
La delusione è una aspettativa mancata, nonché un sentimento. E’ è il momento in cui prendiamo consapevolezza che la realtà non corrisponde alla nostra soddisfazione di quel bisogno
Alcune persone prendono consapevolezza più facilmente delle delusioni nel confronto con gli altri. Mentre per altre persone la decisione di deludersi dipende esclusivamente da loro. Per queste ultime sarà più difficile riconoscere i propri errori, poiché sono più portati “a raccontarsela”. Posto che i Bias incidono sulle mente di ognuno di noi, se ti convinci di qualcosa partendo da te stesso invece che dall’ascoltare le valutazioni di altri, sarà più dura comprendere quelle delusioni. E magari scatteranno dei meccanismi di difesa inconscia che ti impediranno di prendere consapevolezza di certe delusioni per tutta la vita.

Puoi credere che le delusioni dipendano da te stesso o da altri. Se la prima cosa che credi è che dipendano da altri incomincia a capire che non vuoi accettare quanto dipendano da te. Se invece credevi da subito che dipendessero da te e, nonostante tutto, hai perseguito una certa aspettativa, sostanzialmente, ci sono svariati bisogni inespressi che ti hanno portato ad esprimere quell’aspettativa. E conseguentemente a pianificare quella delusione a livello inconscio.
Il senso dell’esperienza e le risorse per rendere realizzabile l’obiettivo
Poi ci sono tutti gli elementi che ci permettono di pianificare efficacemente un’aspettativa. Il pensiero (induttivo deduttivo ed eduttivo), la consapevolezza delle emozioni, l’attenzione ai Bias, l’attribuzione di senso che diamo ad una esperienza, e le risorse che possiamo trarre dalle relazioni interpersonali. Ho anche accennato a quando un aspettativa diviene un obiettivo concreto e al soddisfacimento di diversi criteri che ci permettono di rendere una aspettativa un obiettivo realizzabile. Come i modelli S.M.A.R.T., G.R.O.W., S.P.E.C.I.F.Y. Tutto questo riguarda la pianificazione di una aspettativa e lo accenneremo in un prossimo post.
L’aspettativa come soddisfazione dei propri valori
Inoltre, una aspettativa può divenire un obiettivo e poi realizzarsi se è connessa alla soddisfazione dei propri valori. La soddisfazione dei valori è una potente calamita per la soddisfazione delle nostre aspettative. Inoltre, posto che, se quell’aspettativa non si realizza ci permette di dare un senso positivo alla delusione e di trovare l’energia di riprovare a realizzarla, la soddisfazione dei valori è connaturata alla natura umana.
Infine, ti ho parlato di azione e reazione cioè dello stato in cui ti trovi quando generi l’aspettativa. Se è generata in risposta a qualcosa o per ottenere qualcosa. In sostanza, se vuoi realizzarla per difendere qualcosa e quindi sei in condizioni di stress, oppure se semplicemente vuoi qualcosa.
Azione e reazione: la performance
La differenza fra queste due condizioni di azione e reazione ci porta ad un concetto fondamentale che è quello di performance. Per performance intendo che stai vivendo il presente, e sei al meglio di te, non hai stimoli di paura o speranza, e non pensi in funzione delle barriere che ti impediscono di ottenere il tuo risultato. Semplicemente sai che sono lì e vuoi ottenere quel risultato.
La differenza fra un’aspettativa che si realizza e una delusione spesso parte da lì
Se tutta la pianificazione è “viziata” in partenza da quella condizione di stress (che tutti i modelli che ti ho citato prima ti permetteranno di individuare ma non di eliminare) è più probabile che sarai mangiato dal lupo. La verità è che se affronti il lupo consapevole della paura ma partendo da quella condizione (che posso chiamare di performance o di integrità di te, o in tanti altri modi) che è riconoscibile per ognuno di noi poiché ha una propria mappa somatica, e concettuale, cioè espressa in termini di dialogo interno, linguaggio, postura ecc., potrai raccontarla quella storia. Diversamente la racconterà il lupo e a te rimarrà la breve delusione di non esserci riuscito. Breve perché il resto del lavoro lo farà il lupo!
La reazione è una risposta a ciò che non vogliamo
Il senso è se ci si realizza partendo da se stessi si creano aspettative che sono accettabili e si realizzano facilmente. Se si creano delle aspettative “in reazione a qualcosa” sarà più difficile che si realizzino, perché comporteranno più energie. Poiché non è ciò che vogliamo è “ciò che vogliamo in risposta a qualcosa che non vogliamo”. Inoltre, ponendo che quel tal progetto che “parte” da noi non si realizza, non lo vivremo veramente come una delusione, ma realmente come un apprendimento, o quanto meno non gli daremo proprio una valenza emotiva significativa. Perché saremo troppo impegnati ad analizzare il feedback dato dalla mancata riuscita, fino a quel momento, della nostra aspettativa per realizzarla. Quella che prima sarebbe stata una delusione potremmo definirlo, tutt’al più, un incidente di percorso.
Imparare a vivere il presente e diminuire la valenza emotiva della delusione
Cosa comporta tutto questo in un esempio di una piccola delusione come il parcheggio? Il parcheggio è l’educazione a vivere il presente. Se avrai quella presenza quotidiana semplicemente non ti porrai il problema se hai trovato o meno questo benedetto parcheggio. Perché la tua mente è focalizzata sull’obiettivo non su un mancato parcheggio (paura, rabbia, ecc.)

Ecco questo è il senso di collegare aspettative e delusioni, è fare in modo che le delusioni non accadano. E che quando qualcosa non si realizza come si sarebbe voluto non sia una delusione, non sia neanche un apprendimento sia quello che è. E poi può essere un apprendimento, o anche semplicemente quello che è: un evento che non ha nessuna valenza emotiva significativa. Qualcosa per la quale passi anche che ti arrabbi per un attimo, o semplicemente te ne freghi e passi avanti e in sostanza ci pensi quanto basta per andare avanti.
Conclusioni
In sostanza significa vivere il presente. Nelle mie sessioni di counseling non significa, ovviamente solo questo. Significa fare una serie di step, esercizi di connessione con la propria mente inconscia. Per far sì che quello che ci avrebbe deluso ora semplicemente appartiene al passato. E lì rimane. E quando ci si crea una aspettativa e poi un obiettivo, si crea partendo da una consapevolezza di sé e di cosa si vuole per sé. Non in risposta a qualcos’altro, a cosa vuole il partner, il capoufficio, i figli, la famiglia d’origine, ecc.
Diverrebbe troppo lungo descrivere tutto questo lavoro, ma quello che conta è comprendere che il primo aspetto, riguarda capire i modelli di pensiero.
La consapevolezza dei Bias ha a che fare con la mente razionale, le relazioni con la mente sociale e le emozioni con la mente inconscia. E’ il “nucleo” per fare in modo che non si creino aspettative ma che si decida di pianificare un obiettivo e realizzarlo parte proprio da lì. Parte da cosa si prova quando si crea quell’aspettativa, poi c’è tutto quello che abbiamo riassunto in questo post: valori modelli di pianificazione, ecc.

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Decidere di risolvere i problemi di relazione interpersonale e di coppia e vivere una maggiore condizione di serenità, credo che sia importante per ognuno di noi. Non posso sapere se decidi di contattarmi, ma posso augurarmi che tu faccia del tuo meglio per realizzare la vita che desideri.
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