Individuare e far conciliare due diverse modalità di scelta
Quante volte ti è capitato di scambiare con il tuo partner un “botta e risposta” su decisioni di coppia piccole o grandi nelle quale sembrava proprio che stavate parlando due linguaggi diversi? Ti è mai accaduto di chiederti se per caso il tuo partner stesse dando quel tipo di risposta di proposito per farti arrabbiare?
Beh, prima di tutto ti ricordo che una relazione vive di emozioni e che le tue emozioni dipendono da te. Non dico che, qualunque cosa ti accada, tu possa apprendere facilmente come rimanere calmo, tutti noi ci arrabbiamo, ci sentiamo tristi, distaccati, rilassati allegri. Parti dal presupposto che, sei tu che decidi di vivere una certa emozione in relazione al comportamento altrui, è normale arrabbiarsi. Ma ciò che è importante è avere l’abilità di far durare quell’emozione quel tanto che basta!
Sei tu che generi i tuoi stati d’animo in riposta a quello che ti accade intorno. Quindi questi dipendono da ciò che ti accade intorno… e da te che crei quella risposta!
Ricordatelo sempre, se dai valore a te come persona, dai valore alle tue emozioni.
Due domande da porsi
Se il tuo partner ti fa sentire bene, ti fa vivere quella sensazione di benessere, tutto va per il meglio, anche se sai ora che un bel po’ dipende anche da te. Se invece non ti fa sentire bene e crei, ad esempio, l’emozione della rabbia in risposta ad un suo comportamento, fermati un momento mentre provi quella rabbia, fai un bel respiro profondo, poi un altro e poi un altro ancora, chiudi gli occhi e chiediti: quanto è utile per me quell’emozione? E poi, per quanto tempo ancora desidero viverla?
Approfondiremo queste due domande in altri post e ricorda, in una comunicazione la prima cosa da saper gestire è il tuo stato emotivo. Diceva il filosofo Seneca: è l’animo che devi cambiare, non il cielo sotto cui vivi.
Esempi di decisioni di coppia
A questo punto torniamo a noi e al linguaggio, apparentemente incomprensibile. Per incominciare ti rappresento due esempi di scambi di domande e risposte in una coppia che potenzialmente possono diventare esplosivi.
Prima di incominciare ti farò una premessa:
Lavorando a questo post ho notato che scrivere di questo argomento in particolare, mi ha creato delle vere e proprie finestre di opportunità su tanti altri argomenti che approfondirò successivamente.
Due scene
Entriamo nel vivo del post, la prima scena riguarda l’acquisto di alcune t-shirt da parte di lei. Il modo in cui decidono di acquistare un capo di abbigliamento è diverso per entrambi.
Lei chiede al suo partner l’opinione, poiché prima di acquistare un abito vuole avere un opinione di qualcun altro, in questo caso è con lui, e desidera, ovviamente, la sua opinione.
Lui quando acquista un abito decide senza ascoltare l’opinione di altri, per questo motivo non trova comprensibile il doverla accompagnare ogni volta.
La seconda scena invece riguarda un esempio un po’ estremo, mi auguro!
A prescindere dagli esempi, l’importante è che, alla fine del post tu saprai riconoscere la tua modalità di scelta e quella del tuo partner.
Esempio di decisioni di coppia 1: Acquisti in un negozio di abbigliamento
Lui e lei entrano in un negozio di abbigliamento, lei appena entra va verso una commessa dicendo che vorrebbe comprare delle t-shirt per la primavera. La commessa chiede che stile vorrebbe e nel frattempo osserva la taglia di lei e il tipo di abbigliamento che indossa per capire i suoi gusti. Lei descrive la t-shirt che vorrebbe e intanto la commessa incomincia a sceglierne alcune, con un rapido scambio di battute lei sceglie alcune delle t-shirt che ha trovato la commessa. Per ogni t-shirt lei incrocia lo sguardo di lui per avere la sua approvazione. Si avvia verso il camerino per provare le t-shirt che ha valutato più interessanti e che hanno l’ok di lui.

Lei incomincia provando una t-shirt con un motivo a cuori bianco e volge lo sguardo verso di lui per chiedere la sua opinione, lo sguardo di lui le fa pensare che non gli piaccia, senza attendere la risposta gli dice che ne prova un altra, simile, cambia il colore, da bianco a color panna.
Il dialogo:
Lei: amore preferisci in bianco o color panna?
Lui: panna.
Lei: Ah ok, e c’è anche in grigio come lo vedi?
Lui: panna [laconico]
Lei: ah, ok, e questo verde pastello? [nel frattempo ha un preso una t-shirt di un modello diverso]
Lui: Beh, meglio
Lei: ah, allora il panna no?
Lui pensa: perché ha bisogno di qualcuno per acquistare un abito? Io non lo faccio mai, e se ci tiene tanto alla mia opinione perché non prende quello color panna, e poi, quando mi ha fatto vedere quello in bianco ero sovrappensiero, ma andava bene ugualmente e non mi ha neanche chiesto l’opinione!
Lui incomincia chiedersi chi glielo ha fatto fare ad accompagnarla inutilmente per l’ennesima volta!
Poniamo che quello sia un pomeriggio dedicato allo shopping, se questo era il primo negozio incomincia a diventare probabile che la discussione nell’ultimo negozio si tramuti in una guerra di nervi!
Ok, ora vediamo una scena “a parti invertite”
Esempio di decisioni di coppia 2: Acquisti in una parafarmacia
Lei farà tardi al lavoro invece lui termina un po’ prima, lei sarebbe dovuta andare a fare la spesa prima di tornare a casa. Ci son due o tre cosette da prendere, soprattutto il bimbo ha il culetto ancora un po’ arrossato. Il pediatra le ha consigliato delle salviette alla camomilla di un tipo specifico e lei è convinta che nella parafarmacia del supermercato ci sono. Manda un messaggio a lui chiedendo se può andare a comprare quelle due, tre cosette, e soprattutto le salviette. Lui la tranquillizza rispondendo che ci andrà certamente. Tornata a casa, lei apre la porta, saluta e incomincia la scena
Il dialogo:
Lei: caro hai fatto la spesa?
Lui: si.
Lei: hai preso le salviette alla camomilla per il bimbo?
Lui: no. Non c’erano.
Lei: ma c’erano altre salviette alla camomilla? Potevi chiedere alla commessa o chiamare il pediatra o mandarmi un messaggio o telefonarmi?
Lui: si, beh credo che quelle siano le migliori è ho valutato di ritornare domani.
Lei: ok, e ora?
Lui: ma stai pure tranquilla, sono convinto che posso tornarne domani e valuterò, se non ci sono neanche domani, cosa prendere.
Lei: perché non mi hai chiamato?
Lui: tanto non c’erano, deciderò domani.
Analizziamo i diversi comportamenti nelle decisioni di coppia
Se pensi che dopo questa scenetta ci si debba sedere a tavola per cenare e magari ad un certo punto il pargolo incominci a piangere per l’arrossamento puoi immaginare come andrà la serata! Poiché si tratta di una coppia, quel comportamento reciproco è ripetuto, il che rende tutto più snervante perché significa che si ripete da anni. Come fare per evitare di arrabbiarsi in una situazione del genere?

Partiamo dal “perché accade ” per arrivare al “come riconoscere” quella modalità di scelta e poi arrivare a “cosa fare”.
Considerazioni necessarie per le decisioni di coppia
Partiamo da alcune considerazioni:
- In questo post stiamo analizzando un singolo elemento del nostro processo decisionale, i più significativi sono circa una mezza dozzina, ne abbiano visti altri in altri post.
- Il modo in cui prendiamo le nostre decisioni è in buona parte inconscio. Per quanto tu possa credere che sia un processo razionale, sappi che non è così.
Spiegazione del punto 2
Ognuno di noi prende le proprie decisioni in base a delle strategie mentali. Non possiamo essere consapevoli di tutta la strategia, ma di alcune parti si. Nel primo esempio, lei sa che vuole un consiglio da qualcuno per acquistare dell’abbigliamento. Lui sa che non vuole consigli per acquistare dell’abbigliamento.
Continuiamo ad analizzare i punti
- Il punto precedente ti permette di comprendere che nella prima scena per lei è del tutto naturale chiedere consiglio, e nella seconda scena per lui è del tutto naturale non chiedere consiglio. Questo significa che per ognuno di noi è fastidioso essere coinvolti in una modalità di scelta diversa da quella che riteniamo naturale per noi.
- Il modo in cui lei decide di acquistare una t-shirt o lui sceglie di prendere o meno le salviettine potrebbe essere diverso dal modo in cui lei decide di acquistare un auto, o lui decide di cambiare lavoro. Quindi Il modo in cui prendiamo le nostre decisioni dipende sempre dal contesto a cui facciamo riferimento.
- Non c’è un modo migliore di un altro per decidere, semplicemente la parola magica è flessibilità. Se sai qual è il tuo stile e non puoi applicarlo come vorresti, perché non hai qualcuno con cui confrontarti e vorresti farlo o sei obbligato a dover dar conto a qualcuno, per le decisioni che desideri prendere autonomamente, adattati. Sarà stressante cambiare il tuo modo di decidere? Si e in alcune circostanze è preferibile, vedremo come incoraggiarlo.
- Chi è motivato nelle decisioni dall’opinione di altre persone semplicemente è più attento all’opinione altrui. Chi invece è motivato dalla sua di opinione semplicemente dà meno valore a quella degli altri. Questo non ha nulla a che vedere con i concetti di autostima, responsabilità, sicurezza di se, rispetto del prossimo, ecc. Questi sono solo dei giudizi. Diceva lo psicologo Carl Rogers: la tendenza a giudicare gli altri è la più grande barriera alla comunicazione e alla comprensione.
- Chi adotta uno dei due schemi con una certa prevalenza manterrà quello schema per tutta la vita in quel contesto.
Gli schemi per le decisioni di coppia e le scelte di vita
Generalmente anche la propensione a scegliere un certo lavoro o un percorso di studi è in funzione di questi schemi. A volte, invece, intraprendere una determinata professione o creare determinate relazioni modificano in qualche misura quella propensione.
Il punto è che il modo in cui decidiamo una volta definito, in un certo contesto, non cambia sostanzialmente nel corso della nostra vita è non ci sono strategie per modificarlo.
Estrapoliamo dettagli dai dialoghi
In realtà, nelle poche righe di dialogo delle due scene si possono estrapolare molti altri dettagli. Ad esempio, come presupporre cosa pensino gli altri, generalmente, sia causa di fraintendimenti (… e poi quando mi ha fatto vedere la t-shirt in bianco ero sovrappensiero), o la scelta, o meno, di più opzioni (Lei: … Ah ok, e c’è anche in grigio come lo vedi? Lui: si, beh le salviettine c’erano ma non c’erano quelle, e ho lasciato perdere). Come ti ho detto, gli elementi che determinano una scelta sono molteplici e in questo post ne vedremo solo uno per maggiore chiarezza.
Ok ora torniamo a noi, abbiamo detto che alcune persone nel prendere una decisione, in un determinato contesto, preferiscono ascoltare gli altri mentre altre persone decidono ascoltare prevalentemente se stessi.
Una interessante domanda da porsi
Immagina questo schema come una linea con due poli opposti.
Potresti chiederti: e io da che parte mi trovo?
foto della linea con dei punti in mezzo
Ti premetto che generalmente ognuno di noi propende maggiormente per una parte o per l’altra, e più raramente si trova proprio ad uno dei due estremi. Questo significa che la maggior parte di noi ha una propensione ad ascoltare gli altri per decidere o una propensione a scegliere sulla base delle proprie opinioni. Pochi si basano, in un determinato contesto, esclusivamente, del proprio giudizio o dell’opinione altrui.
Inoltre, fra coloro che hanno la propensione a crearsi le proprie opinioni in modo autonomo, alcuni si formano, sì, un proprio giudizio autonomamente, ma cercano la conferma da input esterni. Se non la ricevono, possono anche cambiare opinione.
Infine, fra coloro che si creano un giudizio ricevendo informazioni dall’esterno, alcuni si convincono sulla base di input esterni. E anche se richiedono una verifica interna, sarà meno importante di quella esterna.
Il filtro di referenza
La propensione a scegliere sulla base di proprie opinioni o su influenze esterne si chiama “filtro di referenza“
La domanda magica e le modalità linguistiche
Riusciamo a riconoscere, nello specifico, la modalità di scelta propria di una persona ponendo una domanda “magica”. Per comprendere se il tuo partner, o tu hai una referenza prevalentemente esterna o interna nel prendere delle decisioni la domanda è: come fai a sapere che?…

Le modalità linguistiche nei due esempi
La risposta e la modalità linguistica per l’esempio 1
Nella scena 1: come fai a sapere che quella t-shirt ti sta bene? La risposta sarà qualcosa del tipo: beh la commessa mi ha detto che in questa stagione si usano molto quei colori e poi mi ha detto che scende bene. Poi ti piace, vero?
Più in generale nel linguaggio verbale la persona ti risponderà con frasi come: la tal persona ha detto che … , nel tal contesto ha funzionato bene… tutti dicono che è il migliore… puoi chiedere a chiunque che … , gli altri pensano che sia meglio così, lo fanno tutti, ecc. Quindi citano spesso le opinioni altrui e nel linguaggio non verbale hanno spesso una gestualità centrifuga.
La risposta e la modalità linguistica per l’esempio 2
Nella scena 2: come fai a sapere che sia stata la scelta giusta (non chiedere consiglio)? La risposta sarà qualcosa come: sentivo che sarebbe andata ugualmente bene oppure non ho visto quelle è ho pensato che sarei tornato domani (non valutando di chiedere un consiglio al parafarmacista).
Più in generale nel linguaggio verbale la persona ti risponderà con frasi come: io so quello che è meglio… sento di sapere… lo so io… me ne rendo conto… sono soddisfatto… conosco già quello che è più opportuno… ecc. Citano spesso se stesse, nel linguaggio para verbale fanno spesso delle lunghe pause, e nel linguaggio non verbale spesso adottano una postura eretta.
Possibilità di adattare le modalità linguistiche per una maggiore comprensione
Nelle sessioni di counseling o più in generale quando mi occupo di ascolto attivo spesso utilizzo entrambe le modalità linguistiche quando comunico, proprio perché questo permette di essere maggiormente comprensibile da parte di chi mi ascolta.
Una frase come: questo comportamento è approvato da tutti e tu sai quello che è meglio per te, ad esempio significa coniugare in una frase entrambi gli schemi, oppure: puoi vedere e ascoltare le opinioni degli altri mentre prendi tu la decisione giusta per te è un modo per far si che il cliente, basandosi sulle sue risorse sappia prendere le decisioni migliori per lui. Per certi versi queste frasi, adeguatamente inserite in un contesto opportuno, permettono di comprendere l’essenza del counseling: fare in modo che sia il cliente ad individuare le sue risorse per creare le scelte opportune.
L’incontro di modalità di scelta diverse nelle decisioni di coppia
Ritorniamo a noi. Cosa accade quando un lui o una lei che decide sulla base del proprio punto di vista viene coinvolto nel processo decisionale di qualcuno che invece chiede la sua opinione per decidersi? Potrebbe pensare che quella persona sia insicura. Cosa penserà invece una persona, che decide confrontandosi con altri, di chi invece decide da sé? Magari che sia testardo o non ascolti gli altri o che sia egoista.
Ora tieni sempre a mente un concetto: abbiamo premesso che decidere è un processo che coinvolge più fattori, è una strategia mentale che non ha nulla a che vedere con insicurezza, autostima, testardaggine, egoismo, ecc.
Il pericolo delle convinzioni limitanti
Affermare che una persona “è X”. quindi attribuire un giudizio di valore usando il verbo essere crea nella nostra mente un convinzione limitante! Nessun essere umano “è solo X”! Ognuno di noi è insicuro, attento, curioso, allegro, oppure triste, distaccato, tranquillo, rilassato, nel corso della vita. Anche questo argomento sarà oggetto di un post specifico. Catalogare gli individui con delle affermazioni come “lui è X” è il miglior modo per non comprendere una persona.
Ritornando al modo in cui le persone decidono, il particolare curioso è che chi tende ad ascoltare il giudizio degli altri nelle proprie scelte quando viene attaccato, ad esempio, proprio per il proprio modo di decidere si pone nella condizione opposta e non da valore a chi lo critica! Sembra un paradosso ma funziona così proprio perche ascoltare gli altri nelle proprie scelte non ha nulla a che fare con l’autostima.
Chi invece decide da sé, se si confronta con chi per decidere chiede ad altri rafforza il suo decidere a se chiudendosi e provocando nuovamente la stessa chiusura nell’altro.
Nota bene abbiamo iniziato a parlare di relazioni di coppia, ma ovviamente questa dinamica si crea in qualunque tipo di relazione personale o professionale.
Cosa fare nelle decisioni di coppia? La consapevolezza
Abbiamo analizzato il perché esistono le due diverse modalità di scelta e come riconoscerle. Ora vediamo che cosa fare. La parola magica qui è consapevolezza.
Esempio 2: come fare?
Torniamo al secondo dei due esempi. Quello della scelta dell’acquisto in parafarmacia delle salviette per il bimbo.
Se il bimbo sta piangendo primo di tutto si pensa al bimbo, è ovvio che se lui avesse preso le salviettine, molto probabilmente, il bimbo non starebbe piangendo. Quindi è facile per lei arrabbiarsi. Se ti trovi in questa condizione, come ti ho detto, attendi, respira, e chiediti, cosa mi da di utile questa rabbia? Se non trovi una risposta immediatamente, ovviamente, ritorna a pensare a come alleviare il dolore del bimbo, evita di commentare quello che ti potrà dire lui, se lo ritieni inopportuno. Si presume che lui abbia afferrato la situazione e cercherà di rimediare, probabilmente inutilmente, se le salviettine non ci sono. Ha senso trovare in casa della crema o altre soluzioni per il bimbo, e non rispondere a lui.
Una tecnica utile: Riportare alla mente un precedente episodio
Successivamente, quando il bimbo starà meglio e quindi il tuo stato d’animo sarà cambiato, e se noti che anche il suo stato d’animo è cambiato, puoi chiedergli: so che preferisci decidere ascoltando te stesso, in alcune circostanze sai che è utile chiedere consiglio? In quale circostanza ti è stato d’aiuto chiedere un consiglio? Questa frase accetta il suo modo di decidere, presuppone che lui sappia che in alcuni casi è importante chiedere consiglio e permette a chi l’ascolta di trovare nella sua mente un contesto in cui questo è accaduto.
Evitare le avversative
Evita le parole ma, però, non. Sono delle congiunzioni avversative che creano delle “barriere linguistiche”. Ho affrontato questo argomento in un precedente post in cui ho indicato il modo opportuno per utilizzarle.

La tecnica e la spiegazione della sua utilità
L’obiettivo è farlo tornare con la mente ad una esperienza in cui consigliandosi con qualcuno ha preso un buona scelta. Come ti ho detto prima, il fatto che non abbia chiesto al farmacista delle altre salviettine non significa che non chieda consiglio, ad esempio al commercialista per una consulenza fiscale o ad un idraulico per riparare il lavandino. Ovviamente quando capirà cosa gli stai proponendo può accadere che ti risponda che “è diverso”. Puoi dirgli ad esempio: sì, lo so il farmacista non è l’idraulico e puoi ugualmente chiedergli la sua opinione, anche lui è un professionista nel suo campo. Questo cambio di “livello logico” da idraulico a farmacista, intendendo due attività differenti accumunate però dal fatto che entrambi sono professionisti nel loro lavoro, rende più comprensibile l’esempio, è sarà oggetto di un prossimo post.

Ricorda che le domande non devono essere un motivo di sfida. L’obiettivo è che il bimbo stia meglio la prossima volta. Poi è ovvio che rispetto all’episodio che ricorderà in cui ha chiesto consiglio a qualcuno chiaramente ci saranno delle differenze. Il tuo proposito è fargli prendere consapevolezza delle similitudini e ricordargli che in alcuni casi le sue decisioni dipendono anche da fattori esterni.
Qualcosa che vale per tutti: i tre discorsi
Se non riuscirai immediatamente ad applicare questi concetti nel comunicare con il tuo partner, va ugualmente bene, purché tu possa iniziare a farlo. Un grande formatore rispetto ai problemi della comunicazione interpersonale Dale Carnagie disse una volta che: esistono sempre tre discorsi dietro ad ognuno dei discorsi che avete fatto: quello in cui vi siete esercitati, quello che avete realmente fatto e quello che avreste voluto fare.
Esempio 1: come fare?
Ritorniamo all’esempio 1. Ti confesso che questo esempio è abbastanza autobiografico. L’ultima volta in cui mia moglie voleva che l’accompagnassi a fare shopping, per evitare di uscire con lei, ho creato la condizione perché si facesse accompagnare da un’amica. Non è ovviamente ciò che ti posso consigliare di fare costantemente perché sarebbe poco rispettoso verso il tuo partner. Nello specifico avevo un appuntamento di lavoro e non avrei potuto accompagnarla.
Come le decisioni di coppia possono rendere più profondi i legami
In una circostanza in cui invece tuoi impegni ti permettono di uscire con il tuo partner ti suggerisco di riflettere su di un aspetto: se siete una coppia le esperienze si condividono. Alcune saranno più piacevoli e altre meno e ugualmente si condividono. E’ importante comprendere che una coppia si nutre di tanti momenti e non possono essere positivi tutti allo stesso modo per entrambi, per questo motivo chiediti cosa ti permette di scoprire su di lui o lei, cosa gli o le piace? Cosa apprezza? Ricorda che questo è il modo per rendere quel legame più profondo e piacevole e utile ad esempio per i regali alle ricorrenze.

Se in quello che hai letto ritrovi un tuo problema, se ti risuona familiare la situazione descritta, o se avverti che in qualche modo l’argomento trattato ti riguardi, puoi contattarmi chiamandomi al numero 366-3672758 , oppure puoi inviarmi una e-mail a francesco.panareo@gmail.com. Molti clienti prima di te hanno fatto lo stesso, valuta tu quella che è la scelta migliore per te.
Decidere di risolvere i problemi di relazione interpersonale e di coppia e vivere una maggiore condizione di serenità, credo che sia importante per ognuno di noi. Non posso sapere se decidi di contattarmi, ma posso augurarmi che tu faccia del tuo meglio per realizzare la vita che desideri.
Se desideri poi approfondire questo argomento, o altri, puoi ugualmente contattarmi, il tuo feedback è importante per me, e mi permette di scrivere degli articoli maggiormente orientati ai tuoi interessi.