Rivedere le proprie aspettative per ridurre le delusioni
Ciao, quante volte ti è accaduto di essere deluso/a da una persona e di soffrire per questo? Le piccole delusioni passano in fretta: credevi di aver trovato un parcheggio e poi comprendi che la tua auto non entra in quel parcheggio! Ma se ti aspettavi che una persona a te cara si ricordasse del tuo compleanno e poi non ti ha chiamato, può essere qualcosa che ti ricorderai per anni! Oppure, un collega, o un amico, a cui tu sei stato/a vicino nei suoi momenti di difficoltà, che non ha fatto lo stesso, quando in difficoltà ti sei trovato/a tu, come invece ti saresti immaginato! Vedremo come, con il ragionamento e il pensiero laterale, sia possibile ridurre le delusioni.
In questo post approfondiremo la relazione fra aspettative e delusioni e ci occuperemo soprattutto di ripassare a ampliare tutto quello che hai appreso nei post precedenti. Questo ti servirà per apprendere nuovi concetti che ti saranno utili in seguito. Uno di questi concetti è il pensiero laterale.
Ripasso dei post precedenti
Incominciamo da quanto hai imparato nel primo post, vediamo un po’ di fare un bel ripasso e vedrai come da ogni step potrai apprendere ancora dell’altro.
Post 1 – Le aspettative
Il processo induttivo
Nel primo post hai imparato che uno dei modi in cui apprendiamo è attraverso dei processi induttivi: ci accadono degli esempi e mettiamo insieme i pezzi. Creiamo una teoria a partire da quelle esperienze. Quelle teorie a volte si rivelano efficaci e a volte no.
La teoria X e il processo deduttivo
Cosa accade a questo punto? Abbiamo creato una teoria partendo da alcuni fatti, abbiamo “messo insieme” delle esperienze e gli abbiamo attribuito un senso, che chiameremo “Teoria X”.
Definendola come tale la potremo usare per, in qualche modo, predire il futuro. Significa che ora hai una tua teoria sul mondo o idea del mondo e la applichi quando credi che certe esperienze del mondo si possano adattare a quella teoria. Questa seconda parte si chiama processo deduttivo.
Esempio pratico di pensiero laterale: le porte
Ricordi l’esempio della porta? Quando ti sei fatto una tua “teoria della porte” applichi quella teoria a tutte le porte valutando se si aprono verso l’interno o verso l’esterno. Quando trovi una porta scorrevole la tua teoria non funziona più bene. La tua aspettativa di aprirla si tramuterà in una delusione e comprenderai che la tua teoria deve essere migliorata se vuoi scoprire come puoi aprire quel nuovo tipo di porta.

Poi scopri che le porte scorrevoli si aprono in un modo diverso, scopri che quel modo funziona per tutte le porti scorrevoli (processo induttivo) e quando troverà una porta senza cardini saprai come aprirla (processo deduttivo) e sarai nuovamente soddisfatto.
Esempio pratico: il cambio di professione
Fin tanto che si tratta di porte sembra tutto un po’ finto vero? Poniamo che tu, attualmente, svolgi una certa professione, ma desideri svolgerne un’altra. Hai fatto diversi tentativi per sviluppare quella professionalità, per cui magari hai anche studiato anni e quei tentativi non sono andati a buon fine. Sei stato indotto a pensare che “quel lavoro non fa per te”, e che “è meglio continuare sulla propria strada” (il lavoro di ripiego che comunque ti genera un reddito sicuro quindi perché rischiare?).
Può essere un buon modo di pensare: da una serie di esperienze sei indotto a credere che è preferibile ricavare un reddito dalla tua attuale professione e ne deduci che rischiare è pericoloso o inconcludente o non fa per te.
Cosa accade se poi non hai più il tuo lavoro per mille motivi? Con quale atteggiamento ne cerchi un altro se per te è un rischio fare qualcosa di nuovo? Soprattutto, come fai a sapere cosa desideri realmente?
Le metafore e il pensiero abduttivo
Ampliamo un po’ questo concetto del pensiero induttivo e deduttivo ritornando all’esempio delle porte. Se devi spiegare a qualcuno questa fantastica scoperta del come si aprono le porte scorrevoli, cosa puoi fare? Puoi ad esempio raccontare che le porte scorrevoli “si aprono come se scomparissero nel muro”, chiaramente la porta non scompare, ma sappiamo che scorrendo lungo un binario, si alloggia nel vano creato nella parete, ecc. ecc..

Le metafore e le analogie
La frase “scompare nel muro” rimane più impressa nella mente della spiegazione tecnica. Questo accade perché è una metafora, se vuoi far comprendere un concetto a qualcuno ti suggerisco di usare le metafore. Significa usare un altro tipo di apprendimento “per analogie” e la nostra mente è molto sensibile a questo tipo di apprendimento.
Se so che sei appassionato di motori e mi racconti di un tuo problema relazionale, preferisco usare esempi come “qual è la marcia che devi ingranare ora?” o “sei troppo su di giri in questo momento”, o ancora “questa faccenda è come un motore che gira a vuoto”. Perché so che le tue aspettative di avere un quadro più chiaro della situazione saranno soddisfatte. A proposito anche “avere un quadro più chiaro”, ovviamente, è una metafora.
Questo modo di apprendere, per metafore o per racconti fa parte di quello che si chiama processo abduttivo ed è particolarmente efficace per far comprendere dei concetti. Hai notato come spesso io inserisco dei racconti nei miei post?
Lo scopo del ragionamento e del pensiero laterale
I processi induttivi, deduttivi e abduttivi non ti permettono sempre di predire con successo cosa ti accadrà o di comprendere tutti i tuoi problemi o di comunicare sempre efficacemente, quindi non ti impediranno di generare delusioni o crearti buone aspettative, ma ti permetteranno di rileggere la tua storia in modo diverso. E allora, l’esempio all’inizio del post diventa: lascia andare il ricordo di chi non ha dato valore allo scorrere del tuo tempo e incomincia a guardare il futuro davanti a te. Se non è abbastanza metti in discussione i presupposti. Se, ad esempio, qualcuno non ha ricambiato la tua disponibilità, chiediti: ma poi è vero che tutti dobbiamo ricambiare? O piuttosto posso donare la mia disponibilità anche senza aspettarmi nulla in cambio?
Il pensiero critico
Per questo motivo è importante mettere sempre in discussione quello che apprendi, e mettere in discussione la modalità con cui comunichi, se non è stata efficace in una certa circostanza. Questo è soprattutto un atteggiamento che si definisce “pensiero critico”, significa mettere in discussione ciò che si crede vero. In questo modo puoi “prevenire” molte delusioni, o tramutarle in occasioni di apprendimento.
Post 2 – i Bias cognitivi
Nel secondo post hai appreso come alcune “scorciatoie di pensiero” non sono affatto efficaci, le chiamiamo Bias di pensiero, abbiamo detto che ce ne sono dozzine e ne abbiamo vista una in particolare, il Bias di conferma. Bias, per il quale in sostanza, se non ti piace una certa realtà, “te la racconti” in modo tale da giustificare il tuo pensiero.

Ora ci sono decine di articoli sul web su questo argomento e diversi libri che lo trattano in modo esaustivo.
Quello su cui desidero che tu ti focalizzi ora è qualcosa di leggermente diverso rispetto al Bias in sé. Hai appreso che è una sorta di “bug” della mente da cui nessun essere umano è immune. Se credi di esserlo significa che sei proprio messo male.
Verificare e mettere alla prova le proprie convinzioni
Quello che tu generi e che si definisce Bias è, in sostanza, una convinzione, qualcosa che tu credi vero. Ti ho invitato a riflettere su come certamente c’è qualcosa che ora credi vero e che di fatto non lo è e non puoi ancora saperlo. D’altronde, se non ti sei posto il problema o non hai degli strumenti, come fai a saperlo? Di seguito troverai una serie di affermazioni dette da persone che “la sapevano lunga” e che si sono rivelate delle balle colossali.
Qual è lo scopo? Spesso i corsi di crescita personale sono frequentati da persone che cercano certezze (di altri). Ti invito invece ad abituarti a crearti dei, sani, dubbi.
Applichiamo il pensiero laterale ponendoci alcune domande
Le domande che vorrei di facessi al termine della lettura di queste affermazioni è: ma poi quelle famose mie aspettative erano proprio mie o magari della mia famiglia? E quelle delusioni, erano proprio delle mie delusioni, o quello che ho provato è la delusione di deludere qualcun altro? O magari si è trattato di una gran sfortuna e basta? Piuttosto, cosa mi ha portato a generare quell’aspettativa? Vale la pena deludersi per quello che è accaduto?
Hai appreso come un buon modo per prevenire le delusioni consiste nel non credere che quello che credi sia vero. Bada bene, tutto questo non significa alimentare le proprie insicurezze. Significa, al contrario, verificarle e consolidare le tue credenze. Significa metterle alla prova.
Convinzioni del passato che si sono rivelate false
Se nel corso della storia dell’umanità non avessimo messo alla prova il nostro pensiero non esisterebbero gli aerei, la TV, i PC.
Ti faccio degli esempi:
Le prime convinzioni sull’avvento computer
- “Che bisogno ha una persona di tenersi un computer in casa?” (Kenneth Olsen, fondatore della Digital, 1977);
- “In futuro un computer potrà forse pesare non meno di 1,5 tonnellate” (Usa Popular Mehanics, 1949);
- “Il microchip: ma a che serve?” (un ingegnere della IBM, 1968):
- “Penso che nel mondo ci sia mercato forse per 4 o 5 computer” (Thomas Watson, Presidente della IBM, 1943;
Le convinzioni errate sulle arti
- “La fotografia durerà poco, per l’evidente superiorità della pittura” (Le Journal des savantes, 1829);
- “Cartoni animati con un topo? Che idea orribile: terrorizzerà tutte le donne incinte” (Louis Mayer, capo della MGM rifiutando il personaggio di Topolino creato da Walt Disney, 1928);
Le convinzioni errate alla nascita della televisione
- “La famiglia americana media non ha tempo per guardare la televisione” (New York Times 1939);
- “La televisione è tecnicamente possibile. Ma commercialmente è una perdita di tempo” (Lee DeForest pioniere della radio 1926);
Convinzioni infondate su oggetti che oggi sono di uso comune
- “L’auto rimarrà sempre un lusso per pochi” (The Literary Digest 1899);
- “Scavare sottoterra per cercare petrolio? Siete pazzi?” (Gli esperti della compagnia mineraria consultata da Edwin Drake per il primo progetto di trivellazione petrolifera, 1859);
La convinzione errata sull’uomo sulla luna e sui viaggi nello spazio
- “L’ipotesi di viaggi nello spazio è una totale assurdità” (Richard Vander Riel Wooley, astronomo inglese, 1956);
- “Pensare di attraversare l’Atlantico con una nave a vapore è come pensare di andare sulla Luna: una follia” (Dyonisus Lardner, docente di Astronomia, 1838);

Le convinzioni errate nell’ambito della medicina
- “La teoria dei germi di Luis Pasteur è una ridicola finzione” (Pierre Pachet, docente di fisiologia a Tolosa, 1872);
- “Alla maggior parte della gente il tabacco fa bene” (Dr.Ian MacDonald, medico di Los Angeles intervistato da Newsweek, 1963);
Altre convinzioni errate sulle maggiori scoperte scientifiche
- “Il Sole non gira attorno alla Terra? Folle, eretico, assurdo e falso” (Tribunale dell’inquisizione sulle teorie di Copernico e Galileo, 1616);
- “Questa invenzione dell’energia elettrica è un fallimento totale” (Erasmus Wilson, presidente dello Stevens Institute of Technology, 1879);
- “Veicoli per andare sott’acqua? Servirebbero solo ad annegare gli equipaggi” (H.G.Wells, scrittore britannico, 1901);
Le convinzioni rivelatasi purtroppo infondate nel campo bellico
- “La bomba atomica non esploderà mai. Parlo come esperto di esplosivi” (William Daniel Lehay, Ammiraglio USA 1945)
- “Grazie alla radio, i Giapponesi non potranno mai attaccarci di sorpresa” (Josephus Daniels, Capo di Stato Maggiore della Marina USA, 1922)
Le convinzioni errate di Kelvin
- “L’invenzione dei raggi X è una presa in giro” (Lord William T.Kelvin, famoso fisico e presidente della Royal Society britannica 1900);
- “È impossibile che qualcosa più pesante dell’aria possa volare” (Lord William T.Kelvin, famoso fisico e presidente della Royal Society britannica, 1895);
La convinzione errata di Napoleone Bonaparte
- “Una nave che va controvento? È una sciocchezza” (Napoleone Bonaparte, rispondendo a Robert Fulton, inventore del battello a vapore 1805);
La convinzione errata di Disraeli
- “Il canale di Suez? Assolutamente impossibile da realizzare” (Benjamin Disraeli, Primo Ministro britannico, 1858);
Tutte coloro che hanno pronunciato quelle frasi erano delle autorità anche temute e riverite (Kelvin, Napoleone e Disraeli). Cosa provi ora che le hai lette? Sei sorpreso? Magari deluso perché non credevi che simili personaggi potessero affermare delle tali stupidaggini?
Rileggendo queste frasi mi chiedo: a cosa sto credendo io ora di veramente stupido che ritengo invece intelligente o importante? Cosa sto facendo ora che credo veramente importante e magari è fondato sul nulla?
Queste domande puoi portele anche tu, insieme a quelle che ti ho suggerito prima. Se troverai delle buone risposte, o meglio delle nuove risposte, potrai guardarti allo specchio e pensare: ho creduto realmente a tutto questo fino ad ora?
Mettere in pratica il pensiero laterale
Ora ti chiedo: vale la pena affliggerti per il tempo che hai perso, o invece, è molto meglio scoprire quanto di nuovo, interessante, eccitante e divertente la tua mente può immaginare a partire da ora? Invece di “raccontartela” scopri qualcosa di nuovo, magari proverai una qualche delusione, ma poi scoprirai anche che il mondo è meravigliosamente ricco di sorprese.
Piuttosto, ti chiedo, se fossi stato tu a partecipare ad un progetto per realizzare dei PC casalinghi, o progettare la fattibilità del canale di Suez, o comprendere la fattibilità di una nave a vapore, come avresti fatto a capire che si sarebbe trattato di un sogno difficile ma possibile da realizzare e non un fallimento colossale? Questa è la differenza fra perseverare e riuscire e insistere e fallire?
Qui trovi l’importanza del pensiero critico: mettere alla prova le tue convinzioni e verificare che ti permetteranno di realizzare i risultati che desideri, e credo che a volte in questi casi la fortuna, o meglio il caso, ha una sua importanza.
Post 3 – Emozioni e sentimenti
Nel terzo post hai appreso che:
- C’è una differenza fra emozioni e sentimenti, e svariati autori hanno creato molteplici classificazioni. Quello che desidero che ti rimanga a mente è che ripetersi frasi come “sono stressato”, sono arrabbiato”, “mi dispiace”, non ti permette di capire cosa provi esattamente. È preferibile che tu sia più “accurato”, dando più nomi a cosa provi, perché ogni nome ha un diverso significato e senso.
- Le emozioni o i sentimenti che provi li hai appresi, almeno in parte, oppure non si spiegherebbe perché qualcuno è terrorizzato dalle altezze e qualcun altro apprezza il bungee jumping! Oppure nel sesso qualcuno ama farsi legare e farsi dire delle parolacce mentre fa sesso e qualcun altro sogna, e desidera vivere la favola del principe azzurro, e qualcun altro desidera vivere la favola del principe azzurro o della principessa, ma fa dei sogni in cui preferisce fare sesso con la sorella della principessa o il fratello del principe!
Possiamo riassumere quest’argomento dicendo che una gran parte delle emozioni e dei sentimenti che viviamo in relazione a certe esperienze sono frutto del significato, familiare, sociale, culturale che diamo a quelle esperienze. Per lo stesso motivo anche quelle che definivi aspettative e delusioni sono qualcosa di più complesso e magari, almeno alcune, non sono solo delle aspettative e non sono solo delle delusioni.

Tramutare le aspettative in obiettivi realizzabili
Desidero qui aggiungere un altro concetto, le delusioni e le aspettative dipendono dallo stato emotivo ma, per “ridurre” le delusioni è importante pianificare le aspettative!
Vedi, le aspettative che vuoi realmente realizzare sono degli obiettivi che ti poni e ogni obiettivo comporta delle decisioni che prenderai perché quell’aspettativa si realizzi, tutto questo va pianificato. Se cerci sul web gli acronimi S.M.A.R.T. o G.R.O.W. o S.P.E.C.I.F.Y. troverai nel dettaglio delle informazioni su come pianificare efficacemente i tuoi obiettivi. Inoltre, molti coach o counselor hanno creato altri modelli più o meno tutti derivati da questi che ho citato per pianificare gli obiettivi e quindi in sostanza per tramutare le aspettative in obiettivi realizzabili.
Esercizio sul pensiero laterale
Dopo questo, lungo riepilogo ti propongo un esercizio sul pensiero laterale, argomento toccato più volte in questo post. Trovati un luogo tranquillo, un foglio di carta e una penna e ascolta prima di tutto questa storia:
Storia dei due monaci
Prologo
C’era una volta in un monastero buddista, in oriente, dei monaci che avevano fra le proprie regole il non parlare, se non lo ritenessero assolutamente necessario, e il non toccare una donna.
Un giorno il monaco che guidava il monastero chiamo a sé due monaci uno più anziano e l’altro che era un giovane novizio e gli disse che avrebbero dovuto portare un certo documento ad un monastero vicino.
Il giorno prima della partenza vi era stato un violento temporale. I monaci al mattino però si misero tranquillamente in viaggio, poiché il cielo si era rasserenato.
Lungo la strada avrebbero dovuto attraversare un piccolo fiume, e quando vi arrivarono scoprirono che il vento e la piena causata dalle piogge aveva danneggiato il ponte che permetteva il passaggio del fiumiciattolo, che si era anche ingrossato. Poiché comunque i due monaci erano abbastanza alti e agili da poter guadare il fiumiciattolo, il monaco anziano disse al giovane novizio che avrebbero dovuto attraversa il fiume a piedi.
Scena 1
Nel frattempo, sentirono una donna piangere, si voltarono e videro una giovane ragazza con un sacco che vedendo il fiume piangeva.
Il monaco anziano alloro le chiese perché piangesse e la ragazza gli rispose che doveva portare la farina che aveva acquistato al villaggio vicino, ma poiché era più bassa dei due monaci se si fosse immersa nel ruscello la farina si sarebbe bagnata e così l’avrebbe persa tutta.
Scena 2
Allora il monaco più anziano la rassicurò dicendole che loro l’avrebbero aiutata, disse al novizio di prendere lui sulle spalle il sacco di farina e invitò la donna a mettersi a cavalcioni su di lui per non bagnarsi.
Alla donna si illuminò il viso e subito porse il sacco al giovane e saltò sulle spalle del monaco più anziano che nel frattempo si era inginocchiato per farla salire sulle sue spalle.
Scena 3
Guadato il fiume, il monaco anziano fece scendere la donna e disse al monaco più giovane di porgergli il sacco; quindi, con un sorriso salutò la donna, che grata lo abbracciò, prima di proseguire sulla sua strada.
Scena 4
I due monaci si fermarono per accendere un fuoco, cambiarsi d’abito e far asciugare i vestiti bagnati.
Davanti al fuoco, dopo un po’, il monaco più giovane chiese al monaco più anziano: maestro tu hai rivolto la parola a quella giovane donna e l’hai fatta salire sulle tue spalle. Hai violato due regole per tutti noi importanti, cosa hai da dire?
Scena 5
Il monaco più anziano rispose: si è vero, ho fatto salire la donna sulle mie spalle … e l’ho fatta scendere. Sei sicuro che tu non l’abbia ancora sopra di te? E sorrise

Esercizio pratico sul pensiero laterale
Fine della storia. Facciamo ora un esercizio. Ti chiederò di immaginare di essere ogni volta un personaggio della storia, pensa di essere un attore e di vivere cosa avrebbe realmente provato quella persona in quella circostanza che ora ti indicherò. Vedi, ascolta, parla, prova ciò che ogni personaggio vive, per come l’ho raccontato:





Bene! Esercizio finito, cosa hai appreso dalle risposte hai dato immedesimandoti nei vari personaggi nelle varie fasi? Se ne vuoi parlare scrivimi pure.
Alla prossima puntata!
Se in quello che hai letto ritrovi un tuo problema, se ti risuona familiare la situazione descritta, o se avverti che in qualche modo l’argomento trattato ti riguardi, puoi contattarmi chiamandomi al numero 366-3672758 , oppure puoi inviarmi una e-mail a francesco.panareo@gmail.com. Molti clienti prima di te hanno fatto lo stesso, valuta tu quella che è la scelta migliore per te.
Decidere di risolvere i problemi di relazione interpersonale e di coppia e vivere una maggiore condizione di serenità, credo che sia importante per ognuno di noi. Non posso sapere se decidi di contattarmi, ma posso augurarmi che tu faccia del tuo meglio per realizzare la vita che desideri.
Se desideri poi approfondire questo argomento, o altri, puoi ugualmente contattarmi, il tuo feedback è importante per me, e mi permette di scrivere degli articoli maggiormente orientati ai tuoi interessi.