Notare e ricreare il linguaggio non verbale dell’interlocutore
Ciao, in questo articolo incominceremo a comprendere, in modo pratico, come creare quella condizione di ascolto attivo, che stiamo trattando negli ultimi post. Ti è accaduto di pensare: vorrei capire meglio come comunicare con quella persona! Oppure: cosa dovrei fare per farmi capire da quella persona? Imparare la tecnica del rispecchiamento è proprio ciò che ti serve. Vedrai che molte volte è veramente più facile di quanto tu possa credere, purché tu possa esercitarti un po’. Quello che scoprirai è che le occasioni sono praticamente infinite e ogni volta che parlerai con qualcuno, di persona o al telefono, potrai farlo rapidamente.
Avvertire lo stato emotivo dell’interlocutore per migliorarlo
Ti ricordo, che questa serie di post è iniziata con uno scopo preciso: saper ascoltare qualcuno, un tuo amico o conoscente e quanto meno, fare in modo che si senta ascoltato, senza giudicarlo, senza dargli consigli non richiesti. Lo scopo, quindi, è fare in modo che tu sappia avvertire lo stato emotivo di quella persona e non commettere gaffes o dargli indicazioni che lo facciano stare peggio, ma fare in modo che tu possa migliorare il suo stato emotivo.

Riepilogo dei post precedenti
Facciamo prima un rapido riepilogo di quanto hai appreso fino ad ora:
- L’ascolto attivo, quindi ascoltare prendendo consapevolezza dello stato emotivo del nostro interlocutore comporta un metodo.
- Per questo tipo di ascolto, l’aspetto più importante da ricordare sempre è che l’esperienza di ognuno di noi è soggettiva, emettere giudizi e dare consigli non ci permette di comprendere lo stato emotivo e gli aspetti importanti di ciò che il nostro interlocutore ci racconta
- Per esercitare l’ascolto attivo bisogna, per quanto è possibile, ridurre il proprio dialogo interno.
- L’ascolto attivo si crea già, naturalmente, in alcune circostanze, quando comunichiamo, e si comprende già dal linguaggio non verbale, perché si crea una risonanza, un rispecchiamento, fra i due interlocutori. Ed è quello che accade quando parlando con qualcuno ci viene da dire che quella persona “a pelle” ci piace.
Abbiamo detto che nell’ascolto attivo abbiamo un presupposto importante: possiamo vivere una emozione simile a quella del nostro interlocutore, ma non possiamo avere lo stesso vissuto.
Ridurre il dialogo interno e notare la comunicazione non verbale
Ci sono due esercizi che ci preparano ad esercitare questa forma di ascolto:
- ridurre il dialogo interno osservando e ascoltando e focalizzandoci sulle nostre sensazioni
- notare la comunicazione non verbale (postura e gestualità prima di tutto) delle persone che comunicano fra di loro in modo piacevole.
Come percepire il linguaggio paraverbale e non verbale
Vediamo ora nel dettaglio cosa vedere e come agire per ricreare quella condizione quando lo desideriamo.
La prima cosa che farai è osservare e ascoltare. Quando parli con il tuo interlocutore che ti sta esponendo il suo problema, nell’ascoltarlo, nota i seguenti elementi paraverbali:
- Il tono (alto o basso) con cui parla
- La velocità con cui parla
- Il timbro (acuto o melodioso o mono tono o profondo) con cui parla
Rispetto al suo linguaggio non verbale, invece nota la postura, partendo dalla sua parte inferiore del corpo, per poi andare a quella superiore

- Posizione delle gambe
- Posizione delle spalle
- Posizione della testa
- Respiro
Quindi piuttosto che focalizzarti su cosa dice il tuo interlocutore ti suggerisco di focalizzarti su come lo dice.
Nota quindi quegli aspetti del suo linguaggio non verbale (la postura e il respiro) e para verbale (tono, velocità, timbro).
All’inizio nel farlo incomincerai a pensare a quello che devi fare per primo e ti perderai il contenuto di quello che dice. Per questo motivo nel post precedente ti avevo detto di allenarti semplicemente a fissare un oggetto. Questo è lo step successivo: osservi e ascolti una persona. Se sei al telefono ovviamente focalizzati sul tono, velocità e timbro.
L’importanza della respirazione nella comunicazione
Personalmente una delle prima cose che noto è il respiro. Inoltre, osservo se il mio interlocutore respira dalla parte alta, media o bassa del busto. In realtà a volte a causa dell’abbigliamento posso avere difficoltà a vederlo. Se il mio interlocutore è una donna, poi, fissare il busto potrebbe portare a dei fraintendimenti! Ma non è un problema, e ora vedrai il perché.
Il linguaggio non verbale permette di comprendere come pensa l’interlocutore
Prima di continuare, premetto che ti sto dando alcuni dettagli del comportamento non verbale delle persone, che, se apprese in modo approfondito, ti permetteranno di comprendere come pensa. Bada bene, stai leggendo come pensa non cosa! Non sono un mago! Se sei interessato a questo argomento, poiché i dettagli sono veramente moltissimi, puoi contattarmi, così avrò la possibilità darti delle indicazioni più approfondite, che ti permetteranno di esercitarti in questa abilità. E ora torniamo a noi.
La respirazione bassa o addominale
Una respirazione della parte bassa del busto, il respiro dalla pancia per intenderci, è associato a parlare lentamente con un timbro profondo e molte pause, e ad una postura “rilassata”. Chi parla in quel modo è abituato poi quando si siede a “spalmarsi” sulla sedia quando si accomoda.

La respirazione media o toracica
Una respirazione dalla parte media del busto è associata o ad un eloquio rapido e armonioso o a un mono tono. In entrambi i casi, a volte, una caratteristica di quelle persone è la prolissità nell’esprimersi.
La respirazione alta o clavicolare
Una respirazione della parte alta del busto è associata invece ad un eloquio rapido con un tono più o meno acuto. Chi la adotta, tende, ad esempio quando si siede, ad avere una postura del busto “dritta”. Spesso si siede sulla punta della sedia, perché se poggiasse la schiena allo schienale sarebbe fin troppo rilassata per i suoi gusti.
Il rispecchiamento del respiro
Di conseguenza, di fatto, la prima cosa che faccio è incominciare a adattare il mio modo di parlare a quello del mio interlocutore. Adattare, non imitare! Se quella persona parla molto più rapidamente di me aumento la mia velocità non devo necessariamente arrivare alla sua se non la “sento” mia.
A questo punto, notare il respiro e adattarlo è solo un feedback, per comprendere se sto svolgendo al meglio quel rispecchiamento.
Diceva il filosofo Maurice Merleau–Ponty: il corpo è il nostro mezzo per avere un mondo. Quindi per immergerti nel mondo nel tuo interlocutore, semplicemente, incomincia a respirare come lui e a riprendere lo stesso tono e timbro di voce velocità e postura.
Un mio aneddoto personale sul rispecchiamento della voce
Ti racconto un aneddoto, quando appresi questo approccio, oramai quasi venti anni fa, all’inizio semplicemente osservavo e osservavo e non sapevo fare altro. Poi quando decisi di padroneggiare questa tecnica volevo trovare un modo per farlo rapidamente. Una volta, ricordo che ordinando un caffè al bar e rispondendo al barista che mi chiedeva come volevo il caffè risposi, senza neanche vederlo in volto alla sua stessa velocità e tono. Non lo feci di proposito, lo feci spontaneamente e me ne resi conto dopo.
Il rispecchiamento diventa un gioco
Da quel momento fu per me come un gioco: stringere la mano adottando la stessa pressione della mano dell’altra persona, parlare notando come respirava l’altra persona e respirando allo stesso modo, camminare allo stesso passo, adottare posture simili, ecc. Per me, oggi, significa apprendere ad incominciare ad entrare nella visione del mondo del mio interlocutore con rispetto. Significa fare ciò che è nelle mie possibilità per essere comprensibile al mio interlocutore.
Il rispecchiamento della velocità e tono di voce
In proposito ti ricordo che la velocità dell’eloquio del tuo interlocutore è proporzionale alla velocità con cui modula il proprio dialogo interno. In sostanza se lui parla ad una certa velocità e tu parli molto più veloce semplicemente “si perde” e probabilmente alla lunga sarà anche infastidito. Avrà quindi delle difficoltà a rielaborare ciò che stai dicendo. Se parli più lentamente si annoierà e ti “perderà”. Apprendere il modo in cui gli altri comunicano e sapere come adeguarsi è il modo più efficace per essere comprensibili.
Muoversi in armonia rende visibili
Muoversi in armonia con il tuo interlocutore significa renderti visibile a lui, e per te significa ampliare la tua visione del mondo. Questo perché, per certi versi, stai apprendendo un’altra lingua. Diceva sempre il filosofo Maurice Merleau–Ponty: … Infatti, è proprio attraverso il movimento che il soggetto si iscrive nel mondo e diventa visibile agli altri …
Chiedersi cosa si prova eseguendo il rispecchiamento
Apprendendo quello che hai letto ti chiedo: cosa provi mentre stai respirando allo stesso modo del tuo interlocutore? Cosa provi ad avere quella postura, a parlare a quella velocità? Entrare nel mondo dell’altro significa questo. Non potrai vivere il suo vissuto, ovviamente, per quanto abbiamo detto nei post precedenti. Ma, fintanto che mantieni quella condizione di rispecchiamento, puoi incominciare a provare qualcosa di molto simile a cosa prova lui.
Il rispecchiamento evita le frasi inutili
Piuttosto di frasi inutili, come, “ti capisco”, “posso comprendere”, “anch’io ho provato …”, per avere una comunicazione empatica, puoi apprendere a capire ad un livello profondo cosa prova, la persona con cui stai parlando. Se ti sta parlando di una violenza subita e, tu non sai cosa significa, e per fortuna, che senso ha dire ad esempio: “ti capisco”? Incominciare rispecchiando il tuo interlocutore ti permette di scoprire che, in una qualche misura, il tuo stato d’animo cambia e ti sentirai più vicino a lui. Questo è il presupposto di un ascolto attivo.
Il rispecchiamento dei movimenti
Ci siamo focalizzati fino ad ora sul respiro ma all’inizio del post ti ho dato uno schema e la prima cosa che ti ho indicato è la posizione delle gambe, del busto e delle spalle. Personalmente io preferisco partire dalla voce e dal respiro (questo ti permette di gestire anche le comunicazioni telefoniche facilmente), ma potrebbe essere più semplice per te partire dalla postura.

Indicazioni di base per esercitare la tecnica del rispecchiamento
Ti do ora un paio di indicazioni:
- Se il tuo interlocutore parla con le gambe incrociate puoi fare altrettanto o in alternativa incrociare le braccia se ti trovi più a tuo agio.
- Se lui ha il busto inclinato verso destra non è necessario che tu lo inclini allo stesso modo, puoi farlo in senso opposto.
In sostanza l’obiettivo non è scimmiottare l’interlocutore ma rispecchiarlo. E poiché ti ho suggerito di ridurre il dialogo interno, ma ovviamente non puoi eliminarlo, quando hai ripreso la sua postura o tono o respiro, chiediti semplicemente: come mi sento ora?
Un nuovo mondo
Stai incominciando a conoscere un nuovo mondo, anzi dei nuovi mondi, uno per ogni persona con la quale comunicherai a partire da ora. Lo scrittore Marcel Proust diceva che Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.
Se in quello che hai letto ritrovi un tuo problema, se ti risuona familiare la situazione descritta, o se avverti che in qualche modo l’argomento trattato ti riguardi, puoi contattarmi chiamandomi al numero 366-3672758 , oppure puoi inviarmi una e-mail a francesco.panareo@gmail.com. Molti clienti prima di te hanno fatto lo stesso, valuta tu quella che è la scelta migliore per te.
Decidere di risolvere i problemi di relazione interpersonale e di coppia e vivere una maggiore condizione di serenità, credo che sia importante per ognuno di noi. Non posso sapere se decidi di contattarmi, ma posso augurarmi che tu faccia del tuo meglio per realizzare la vita che desideri.
Se desideri poi approfondire questo argomento, o altri, puoi ugualmente contattarmi, il tuo feedback è importante per me, e mi permette di scrivere degli articoli maggiormente orientati ai tuoi interessi.