Una “bussola” per una comunicazione di eccellenza
Ti è accaduto di discutere con qualcuno e non sapere quali parole usare per rispondergli? Accade a tutti. Ecco perché è indispensabile conoscere le regole chiave per una comunicazione efficace.
Riprendiamo le parole del film Il curioso caso di Benjamin Button:
“la nostra vita è fatta di occasioni, anche di quelle che abbiamo perso“.
Eppure magari quella volta credevamo di avere ragioni da vendere!
… ma non siamo riusciti ad esprimerlo! Forse stavamo cercando le parole giuste, senza trovarle … ed è passato il momento.
Comunichiamo sempre, e non potremmo fare a meno di farlo, così come non possiamo decidere di non respirare. Eppure, per quanto sia qualcosa che facciamo da sempre, a volte può accadere di non saper trovare il filo del discorso.
In che modo possiamo allora orientarci in questo magico mondo della comunicazione, per accrescere la nostra autostima, imparando come esprimere un concetto in modo chiaro ed essere facilmente compresi dal nostro interlocutore?
7 Domande per una comunicazione efficace
Vediamo di seguito una serie di domande che ci possiamo porre, per ottenere una comunicazione efficace:
1) Qual è l’ambiente nel quale comunico?
Se ti aspetti di essere compreso dal tuo interlocutore, è opportuno che tu sappia quali sono i suoi riferimenti professionali, culturali, sociali, ecc. Quando parliamo ad un bambino, tendiamo ad abbassarci, per porre il nostro sguardo al pari del suo. Il senso di una comunicazione assertiva è in questo concetto. Più informazioni hai sul mondo del tuo interlocutore e meglio è.
2) In quanto tempo ritieni di dover rispondere?
Alcune persone tendono ad essere molto loquaci ed altre molto sintetiche. Un comunicatore assertivo ricalca i tempi della comunicazione del’interlocutore, tenendo sempre conto del tempo, che a sua volta ha deciso di dedicare a quella comunicazione in quel contesto.
3) Di cosa intendi parlare?
Se hai da comunicare al tuo vicino di casa che non ti piace che scuota i tappeti sul tuo balcone, o se devi comunicare ad un tuo collaboratore un nuovo progetto da svolgere, fai mente locale, prima di parlare dei punti che intendi discutere e mantieni a mente i punti mentre parli. Nel primo caso, ripetiteli prima di andare dal vicino e poi immaginateli visivamente mentre parli, nel secondo caso, puoi fare, ad esempio, uno script. Questa, in campo militare, è la strategia.
4) Come intendi esprimerlo?
Il modo in cui ci si esprime è quello che, in campo militare, è la tattica, l’argomento è complesso, un elemento che desidero sottolineare in questo post è l’uso del silenzio, generalmente poco citato.
Per riprendere l’esempio del vicino che sbatte i tappeti
- Puoi esordire sbattendo alla sua porta, con uno sguardo torvo, qualcosa del tipo: ehi, come ti permetti di continuare a buttare la tua polvere sul mio balcone! Urlando come un ossesso e poi continuare a parlargli sopra, mentre lui cerca di argomentare una risposta, per poi, ad esempio, scoprire che a farlo è la sua collaboratrice domestica e che lui è all’oscuro di tutto!
- Puoi bussare e chiedere con voce ferma e tranquilla e un leggero sorriso: ho visto nuovamente cadere della polvere dal suo balcone al mio, cosa è accaduto? E poi attendere in silenzio la risposta, se l’altro rimane interdetto e in silenzio, comunque, si attende sempre in silenzio, la sua risposta, che certamente avverrà. Sicuramente è un inizio migliore del primo!
5) Perché esprimerlo?
Diverse volte mi è accaduto di ascoltare le citazioni di teorie inesistenti nel campo della comunicazione, o l’attribuzione, ad alcune persone, di frasi che non hanno mai detto. In entrambi i casi, ho sempre preferito non controbattere. Questo modo di agire l’ho appreso leggendo un testo, che ritengo fondamentale per ottenere una comunicazione efficace: “Come trattare gli altri e farseli amici” di D. Carnagie. Riprendendo una frase del libro: “nel corso di una discussione si può avere ragione, ragione da vendere, ma se si vuol far cambiare idea a qualcuno, non serve a niente, è come essere dalla parte del torto”.
Prima di intervenire, chiediti: perché dovrei rispondere? Questo non è esitare, questo è saper rispondere.
6) Quali sono le tue ragioni?
In alcune discussioni è bene comprendere quali sono le ragioni sottese alle proprie e quali sono le ragioni dell’interlocutore.
Pensa, ad esempio, nuovamente all’esempio del vicino, cosa ti porta a rispondere? L’idea di essere prevaricato? Di non essere considerato? Che le regole debbano essere rispettate da tutti? Il senso di giustizia? Chiarisci prima di decidere come comportarti e ricordati che questo vale anche per il comportamento che avrà il tuo vicino.
Magari per lui è la comodità di non dover usare un aspirapolvere? O semplicemente non è stato lui, ma i suoi figli, per gioco. Non dare mai per scontate le ragioni dell’altro.
Se si conoscono entrambe, prima di intraprendere una discussione, è meglio, diversamente, il modo migliore per comprendere le convinzioni dell’interlocutore è chiedergliele, ponendo le domande giuste.
Delle sessioni di counseling ti possono permettere di chiarire come ottenere le informazioni che ti servono rapidamente. L’argomento è complesso, ma è bene sapere che per una comunicazione efficace con un interlocutore bisogna sapere cosa ci spinge a farlo e quali sono i valori e le convinzioni dell’interlocutore. Da questi due punti si può definire una strategia efficace di comunicazione.
7) Cosa mi dà?
Qual è l’obiettivo di quella comunicazione, riprendendo anche l’esempio del vicino di casa, cosa mi porto a casa da questa discussione? In che modo mi ha permesso di crescere?
Ok, forse nel caso del vicino non è una domanda significativa, possiamo anche farne a meno.
Nel caso desideri esporre un progetto di lavoro importante, puoi farla, perché, da qualcosa che per te è significativo, traspare ciò che desideri veramente e porti la domanda ti permette di cogliere l’opportunità di apprendere facilmente qualcosa di significativo per te.
Si tratta di una sola parola generalmente: apprendimento, conoscenza, tranquillità, ecc. Questo è quanto veramente c’è di tuo in un messaggio importante. Anche questo è un argomento che tratto nelle mie sessioni di counseling.
Ricordati che, questo che hai visto ora, è un modo per organizzare la comunicazione e non c’è mai un solo modo di far bene qualcosa.
Ognuno di questi punti, a sua volta esplora degli aspetti della nostra vita, tutti altrettanto importanti, per apprendere come creare una comunicazione efficace, sono come delle finestre che si aprono nella mente.
Se in quello che hai letto ritrovi un tuo problema, se ti risuona familiare la situazione descritta, o se avverti che in qualche modo l’argomento trattato ti riguardi, puoi contattarmi chiamandomi al numero 366-3672758 , oppure puoi inviarmi una e-mail a francesco.panareo@gmail.com . Molti clienti prima di te hanno fatto lo stesso, valuta tu quella che è la scelta migliore per te.
Definire gli obiettivi di una comunicazione efficace ed esprimere in modo chiaro le proprie opinioni e le proprie ragioni per vivere una maggiore condizione di consapevolezza, credo che sia importante per ognuno di noi. Non posso sapere se decidi di contattarmi, ma posso augurarmi che tu faccia del tuo meglio per realizzare la vita personale che desideri.
Se desideri poi approfondire questo argomento, o altri, puoi ugualmente contattarmi, il tuo feedback è importante per me, e mi permette di scrivere degli articoli maggiormente orientati ai tuoi interessi. Nei prossimo post tratteremo ancora la comunicazione efficace, occupandoci questa volta dei problemi di coppia.